«Bene le primarie, io sono pronto»

«È una scelta quasi inevitabile. Se si vuole dare spazio a militanti ed elettori, le primarie per la scelta dei vertici sono la strada migliore». Gabriele Albertini è seduto in prima fila all’assemblea regionale di Forza Italia, anzi del partito che sarà. L’ex sindaco, che ha fatto dell’antipartitismo uno dei cavalli di battaglia, è molto soddisfatto della svolta di Berlusconi e deciso a dare il proprio contributo. Non esclude un ruolo nel partito che spera non si chiami neanche più partito: «Voterò per il nome Popolo della libertà e non per la dizione Partito della Libertà. In questo contesto ci possono stare i simpatizzanti e potrei anche fare la mia parte se gli attuali vertici lo riterranno opportuno. Ritengo molto importante anche l’esperienza che vivo al Parlamento europeo». Ad Albertini il Pdl piace «perché apre agli eletti nelle istituzioni e si allontana dall’autoreferenzialità del potere di chi dirige». Cita Giuseppe Verdi: «Torniamo all’antico, sarà un progresso. È la politica dell’ascolto...».

E plaude all’intervento di Formigoni: «È importante che i dirigenti di partito si mettano in discussione in base al rapporto che hanno con gli elettori. E il Popolo della libertà mi piace perché l’obiettivo non è conquistare il potere ma governare».

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