Di Benedetto lascia le stecche alla Vincenzi

Il sovrintendente ha preso di petto la situazione firmando un accordo che ha soddisfatto i lavoratori

Di Benedetto lascia le stecche alla Vincenzi

Signore e signori, si alza il sipario: Sonnambula va in scena. Gennaro Di Benedetto ha rotto gli indugi e dopo mesi di guerra aperta ha chiamato i Sindacati Autonomi e ha firmato con loro un accordo: aumento del 16 per cento del costo lordo complessivo a partire dal 1° luglio 2008, più la disponibilità a dialogare sulle altre questioni in ballo, in primis sul così sospirato rilancio artistico. Arresa del sovrintendente o piuttosto mossa astuta? Di quelle che servono a sbloccare un gioco che rischia di non aver più vie d'uscita? Impossibile chiedere a Di Benedetto, che naturalmente per il momento non rilascia alcuna dichiarazione, né ritiene di dover commentare l'improvviso cambio di rotta; del resto si deve aspettare la ratifica ufficiale del Cda, che si dovrebbe riunire nei prossimi giorni. Fatto è che ora la partita va avanti e può prendere una piega del tutto inaspettata. La patata bollente è passata al sindaco Marta Vincenzi, che con i belligeranti non ha mai effettivamente raggiunto una tregua e che adesso deve far fronte ad una situazione a dir poco spinosa, considerando che ci sono da placare anche i Confederati, colti alla sprovvista dal repentino cambio di vento. E considerando pure che fino a ieri l'ipotesi era la «potatura accurata dei rami superflui della pianta, senza toccare le radici, perché questa riprenda a crescere rigogliosa»: in altre parole, via il sovrintendente, via il direttore musicale. Invece questa sera Daniel Oren salirà sul podio e Di Benedetto ascolterà dalla platea una recita di «Sonnambula» che ormai tutti davamo per spacciata. Bravo Di Benedetto, bel colpo: se il Consiglio approva, lui diventa il salvatore della patria, in caso contrario, salva la faccia e allontana finalmente da sé colpe e condanne; e ancora, se proprio sarà costretto a lasciare il Carlo Felice, lo farà almeno con dignità. Vale la pena regalare una battaglia al nemico, se in gioco c'è ancora la vittoria finale. Sul fatto poi che resti da risolvere l'annosa questione dell'emergenza finanziaria, leggi la difficoltà a corrispondere i prossimi stipendi, bé, questa è una gatta da pelare che qualcuno si prenderà. Diciamo comunque a onor del vero che qualche piccolo punto a favore del sovrintendente c'è stato anche in buca: domenica pomeriggio, alle 15.

30 (ora d'inizio della recita di Sonnambula annullata per sciopero) gli orchestrali erano quasi tutti lì, in «abiti da lavoro» e pronti a suonare: non si può andare in scena? «Allora firmiamo la presenza - così alcuni musicisti hanno dichiarato il proprio disappunto - noi ci siamo e non siamo d'accordo con questi scioperi... rischiamo davvero di stare tutti a casa, e allora altro che rilancio artistico»! Insomma, la partita è ancora tutta da giocare.

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