I punti chiave
L'orzaiolo è una piccola infezione batterica che si manifesta sulla palpebra (superiore o inferiore) ma nella sua parte esterna, cioé ben visibile da fuori e non a diretto contatto con l'occhio. A volte può essere confuso con il calazio ma, a differenza di questo, l'orzaiolo crea dolore.
Quali sono i sintomi
Si riconosce facilmente per la presenza di una specie di pallina arrossata e gonfia dove si trovano le ciglia, tra i sintomi più comuni abbiamo l'abbondante lacrimazione, fastidio in presenza di luce ma anche la sensazione di avere un corpo estraneo nell'occhio a causa del gonfiore. È la palpebra a essere interessata dalla problematica dove si osserverà il tipico rigonfiamento: nella maggior parte dei casi a esserne interessato è solo il lato di un occhio, soltanto raramente capita che ne possano comparire due. Solitamente dopo 2-4 giorni avviene la "maturazione" dell'orzaiolo con la fuoriuscita del pus indice di una lenta ma graduale guarigione. Importante: come spiegano gli esperti, non va mai spremuto se si pensa che si possa guarire prima perché si rischia di causare l'effetto opposto. Raramente, e in quel caso è bene farsi vedere da un oculista, l'orzaiolo può manifestarsi anche internamente creando più fastidio e dolore.
Le cause
Tra i fattori scatenanti più comuni che danno origine a questa problematica c'è un batterio, lo Staphylococcus aureus che ne è la causa principale nel 90-95% dei casi. Le secrezioni ghiandolari si infiammano e diventano più spesse. Ma come si prende? Semplice, bastano soltanto mani sporche a contatto con gli occhi per dare la possibilità allo staffilococco di entrare nelle ghiandole delle palpebre. A volte, invece, a essere più esposti sono i soggetti che soffrono di blefarite cronica, infiammazione comune che interessa le palpebre. Casi più rari di orzaiolo sono dovuti al "deficit selettivo dell'immunoglobulina" ma ci sarebbe anche l'associazione con livelli elevati di colesterolo.
Come si cura
Se è vero che nella maggior parte dei casi si risolve spontaneamente nell'arco di 7-14 giorni, per cercare di guarire prima non si sbaglierà se si utilizzano impacchi caldi meglio se con acqua e camomilla: il calore sprigionato darà un maggior sollievo al dolore ma favorirà la maturazione dell'orzaiolo che potrebbe drenare spontaneamente e in anticipo rispetto ai tempi previsti. Gli esperti consigliano impacchi più volte durante il giorno e tenere il panno caldo sull'occhio per almeno 5-10 minuti. Qualora si verificasse spesso, alcuni esperti consigliano una cura con vitamine A e C per un maggior benessere della pelle.
Qualora, invece, l'orzaiolo fosse più difficile del previsto, si può ricorrere (sempre dietro prescrizione medica) all'uso di
antibiotici specifici per eliminare il batterio: tra i più utilizzati ci sono l'eritromicina e la dicloxacillina. In altri casi, invece, possono essere utilizzate pomate ad hoc prescritte dal proprio oculista.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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