Benetton, Cassano e l’«ira» di D. Bank

«Se il tuo nome è Cassano, sia che tu sia un giocatore del Real Madrid, sia che tu sia l’amministratore delegato della Benetton... comunque ti comporti male». Una botta davvero. Soprattutto se a scriverla a chiare lettere sono gli analisti di Deutsche Bank, che solo pochi giorni fa, convinti dalla presentazione di Silvano Cassano, avevano rialzato il cosiddetto target price su Benetton. È successo che subito a ridosso della presentazione, il management (compreso Gilberto Benetton, sua moglie e il direttore finanziario, oltre ovviamente all’ad) abbia scaricato un bel gruzzolo di azioni sul mercato. Il prezzo a cui erano state assegnate era pari a 8,9 euro, e il valore a cui hanno venduto le proprie stock option è stato in media di 13,3 euro. Gli analisti della banca tedesca sanno e scrivono che è diritto degli assegnatari di stock option di esercitarle quando meglio credono, anche il primo giorno. E capiscono pure la fretta nell’esecuzione del piano, vista la nuova e più penalizzante tassazione introdotta da Visco. Ma si dicono «molto irritati dal timing. Non si tratta di una mossa molto elegante e non il miglior messaggio da mandare al mercato».
Come dare loro torto. Il titolo Benetton quest’anno è corso molto: ha fatto circa il 40%. A fine 2005 e inizio 2006 la società ha ripreso a crescere grazie alla delocalizzazione della produzione, a una pianificazione fiscale migliore e alla riapertura di nuovi mercati. Il piano di stock option 2004-2007 era però vincolato al raggiungimento di un sofisticato parametro di creazione del valore per gli azionisti detto «Eva». Tanto sofisticato, però, che il suo calcolo non è così semplice. Ad esempio: in esso vanno o non vanno computati gli introiti straordinari degli anni scorsi? Il gruppo avrebbe fatto meglio ad adottare una migliore trasparenza sul raggiungimento di questi obbiettivi di Eva. Alcuni analisti non pensano infatti che siano stati raggiunti. Ma questo conta relativamente. Si dice che i Benetton si siano fatti certificare da un advisor il raggiungimento dell’obiettivo: ma perché non comunicarlo al mercato. Avremmo capito che il piano di stock option, e la relativa emissione di nuove azioni per lo 0,7% circa del capitale in circolazione, era cosa fatta. Niente. Nessun messaggio. Solo a cose fatte la vendita di azioni da parte del management. E per di più all’indomani di una presentazione di un piano di crescita davvero aggressivo. Che aveva, appunto, fatto alzare i prezzi obiettivo dalle case d’affari. Di qui la seccatura di Deutsche Bank, ma anche di tanti altri. Come, si chiedono i tecnici: Cassano e Benetton ci dicono cose mirabolanti sui conti prossimi venturi e sugli orizzonti ottimi per il 2007; noi, credendo allo scenario, alziamo i target price; e loro scaricano sul mercato tutte le azioni del piano di stock option.

Perché lo fanno visto che avevano ancora sei anni per farlo? Sei anni, viste le previsioni di crescita che ci hanno racccontato, in cui il titolo avrebbe dovuto salire un bel po’. Gli analisti sono sospettosi. E al prossimo giro dei dribbling di Cassano non si fideranno più.

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