Estorsione, videopoker, sfruttamento della prostituzione. Il clan Di Donna aveva messo in piedi unorganizzazione che rendeva bene ai confini con la Liguria. Ma la direzione investigativa antimafiadi Genova ha sferrato il colpo decisivo al gruppo guidato da Vincenzo Di Donna e Michele Pirozzi. Gli uomini del maggiore Panzironi hanno infatti confiscato beni per circa due milioni di euro ai leader dellorganizzazione, già condannati rispettivamente a 20 e 8 anni di carcere.
La Dia ha infatti ricostruito buona parte del «tesoro» di Di Donna e su questa base ha chiesto alla magistratura di poter sequestrare e poi confiscare i beni ritenuti provento di attività illecite. Lautorità giudiziaria ha accolto le richieste degli investigatori e ha autorizzato loperazione. Con lavallo della corte dappello di Genova e del tribunale di Massa, gli uomini della Dia hanno così confiscato diversi immobili, tra cui la villa dove viveva il boss con tutta la famiglia a Licciana Nardi, in provincia di Massa. Il provvedimento ha riguardato anche la confisca di aziende per il noleggio di videopoker, appartamenti, garage e negozi a Pompei, nel Napoletano, oltre a diversi conti correnti bancari e investimenti in fondi comuni presso banche milanesi. Nella rete dellantimafia sono rimasti anche alcune auto e moto. Nel complesso, il valore dei beni sequestrati al clan Di Donna supera i due milioni di euro.
Sia per Vincenzo Di Donna, sia per Michele Pirozzi, il lavoro della Direzione investigativa antimafia ligure porterà nuove «grane» giudiziarie.
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