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Benigni riporta Dante a Firenze «Ma mi manca già Berlusconi»

Dal 25 luglio per 13 serate l’attore leggerà la «Divina commedia»: «La mia scommessa è raccontare il Poeta ai ragazzi, alle nonne e ai bambini con il panino in mano»

Lorella Romagnoli

da Firenze

«Volevo fare un tour politico, ma Berlusconi ha perso e ha tolto il lavoro ai comici. Ora i comici fanno la poesia, la Guzzanti fa Ariosto. Siamo tutti rovinati, sia i comici, sia i capi di Stato. Anche Putin, che dopo la Sardegna, non sa più dove andare in vacanza. Prodi gli aveva offerto l’affitto in un hotel a Casalecchio sul Reno a sue spese. Ma lui ha detto di no. Anche Blair non si può mettere più la bandana. Insomma: siamo tutti rovinati!». E allora non ci resta che la poesia. Irresistibile Benigni, lui sì che la poesia la conosce bene, soprattutto i versi di Dante Alighieri, una passione che si porta dietro fin da ragazzino, quando a Vergaio la mamma gli diceva: «Impara a memoria Dante, che lui imparava le poesie di quegli altri, vedi come era intelligente».
Le sue letture dantesche da anni fanno il pieno. Una volta ci provò anche in tv - il 23 dicembre del 2002 - e con L’ultimo del Paradiso sedusse più di 14 milioni di telespettatori. È richiestissimo in tutto il mondo, anche nei paesi arabi. Ma mai fino a ora Benigni aveva proposto la «sua» Commedia a Firenze, nella città del Divin Poeta da lui tanto amato. Ora finalmente accadrà, in uno scenario carico di significati religiosi e laici: Piazza Santa Croce, proprio accanto alla statua di Dante, accanto alla basilica dove riposano i Grandi, ma non l’Alighieri che qui ha solo un cenotafio. Dal 25 luglio al 19 agosto il Premio Oscar sarà in Piazza. Sera dopo sera i primi dieci canti dell’Inferno, narrati e commentati; poi la lettura di Ulisse, del Conte Ugolino e per finire il Canto alla Madonna, per la prima volta riproposto dopo l’esaltante esperienza televisiva.
«Farlo a Firenze mi sembra la cosa in assoluto più bella, mi batte il cuore a tremila - ha detto ieri a Palazzo Vecchio nel corso di una divertentissima conferenza stampa -. Dante è irresistibile, i suoi canti sono come le puntate di un serial, se senti la prima torni, perché vuoi sapere come andrà a finire. Nessuno come lui conosce le passioni umane. Va a scovare nel profondo di ogni uomo come nessuno aveva fatto dal tempo dell’Iliade, entra nella storia del mondo, storia di rabbia, odio, amore, sesso, politica, religione. Questo amore che ho per Dante è davvero spettacolare e la mia scommessa è poterlo raccontare ai ragazzi, alle nonne e ai bambini con il panino in mano».
È un fiume in piena Benigni e a Palazzo Vecchio regala uno show surreale e incandescente, che mescola il sacro con il profano, la politica e l’attualità con la poesia, come solo lui sa fare. Prende simpaticamente di mira anche il sindaco Leonardo Domenici, seduto accanto a lui, coniando un gioco di parole: «Chi non viene a queste letture è un indegno, a chi ci sarà gli leviamo l’Ici, questa è una promessa del Comune e del sindaco Domen-ici». Poi si abbandona all’elogio della Commedia, che da sempre considera di «scandalosa bellezza». «La mia lettura non sarà come quella di Sermonti, di nuovo da parte mia è il tipo di commento che tende a prendersi delle libertà, mi piace imparare e sapere ma sono le passioni quelle che ci guidano. Con Dante ci possiamo commuovere e divertire, dentro la Commedia ci sono tutti i generi, c’è la visione di Dio e c’è l’avanspettacolo, ci sono anche Totò e Peppino. Non sarà una lettura classica, ma goduta, un soffiare in faccia alla gente la felicità. Per me sarà una festa, bisognava pur incontrarsi con Dante a Firenze».
Il «TuttoDante» di Roberto Benigni è realizzato grazie alla collaborazione tra il Comune e la Melampo cinematografica. L’organizzazione generale è di Lucio Presta. Il biglietto oscillerà tra 15 e 25 euro.

Anche sull’ingresso a pagamento Benigni scherza, toccando l’argomento intercettazioni telefoniche e Moggi. «Mi ha detto di comprare la partita Italia-Germania, dando i soldi alla Merkel. Ecco perché lo spettacolo è a pagamento».

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