Derby autunnale. In tutti i sensi. Ad Appiano cielo grigio e foglie gialle per terra.Non c’è tensione fuori dai cancelli, nemmeno un’invasione tifosa, aria da gattoni che si strofinano al muro dentro le mura di Appiano. Sta qui il derby? Boh! Moratti si è defilato in Turchia, prima di riapparire con le ritualità che gli appartengono: visita ai giocatori, orari studiati, cena pure. Benitez sembra il solito Orso Yoghi che si alza in piedi per fare spavento, ma poi ricade in avanti dopo il primo grugnito. «Ho capito cosa significhi il derby dopo aver battuto il Milan a Istanbul: gli interisti ci sono stati vicini e ci hanno ringraziato. Così stavolta arriveranno i tifosi del Liverpool per aiutarmi un po’». La battuta è buona, ma ormai ripetitiva. Per dare un pizzicotto al Milan, urge cambio di copione.Un po’ come nel gioco, nella squadra, nella stagione. Gli interisti l’aspettano,Rafa ci tenta e cispera.Ieri il suo faccione pareva un po’ perso, l’abituale tenuta, calzoncini e maglietta, sembra un segnale di scaramanzia. Il derby esige abito scuro, se non frac, quando si va in campo. Ma questa Inter è ancora in tenuta da lavoro. Benitez guarda al presente, cita tutti i tecnici che hanno fatto storia recente: Mourinho, Mancini, Cuper, Helenio Herrera, lascia fuori Trapattoni. Strano contrasto tra parole e ricordi. Racconta che il modulo a rombo lo hanno usato anche i predecessori, ma contano soprattutto i giocatori, cioè gli interpreti. Non si fida. Non lo dice, ma basta guardarlo in faccia. Come affidarsi a questa squadra piena di cerotti e di gente ancora sulle nuvole? «Noi siamo l’Inter, possiamo dimostrare di essere ancora i più forti. Giochiamo da Inter. Amo l’equilibrio tra bel gioco e risultato, ma nel derby conta solo vincere. Dunque vinciamo e cambiamo faccia per cambiare tutto». Sono le unghie del gatto che arrancano sul piano inclinato. Benitez è uno che ha fame, non solo per abitudini alla cucina. I suoi giocatori sono ancora a pancia gonfia. È il vero problema di questa Inter e forse Rafa chiede al derby tanto di più di un risultato. Spera che faccia venir fame ai giocatori. «Certo che abbiamo fame, abbiamo tutti fame. Anzi tra 15 minuti voglio andare a mangiare ». Sempre in bilico serietà e umor dolce, semina spiccioli di verità. Che Inter servirà per vincere il derby? Quella affamata. Lui ha provato qualche correttivo. Magari Materazzi in area di rigore. Mossa azzardata, perché l’interista doc della squadra ha giocato solo dieci minuti contro la Roma.«Nel derby c’è bisogno di passione e Marco ce l’ha. Può esser interessante per noi».Materazzi al centro,Cordoba a destra per sentirsi fortificati, scontato il rientro di Julio Cesar. Una soluzione, non certo la più tranquillizzante. Ma le alternative sono poche. Obi dovrebbe posizionarsi di nuovo a centrocampo, dopo il bel giocare delle ultime partite. Serve sostanza per dare aiuto a Stankovic e Zanetti. Cambiasso partirà in panca. Benitez cerca un’Inter di gente pronta a mordere. I gingilli meglio che guardino ( leggi Pandev, Biabiany, Santon, probabilmente Coutinho). Come gingillo gli basta Sneijder, che si è inventato anche l’anemia. Almeno a detta del tecnico. Una volta si diceva: fatica perché si è appena sposato. «Ora contano i divorzi più dei matrimoni», ribatte l’allenatore per buttarla sullo scherzo. Questa storia-storiella non gli è piaciuta. Sneijder ha mostrato la natura del cuor d’agnello, probabilmente la stessa che gli ha sbarrato la strada nel Real. Lo svenimento nello spogliatoio è stato soprattutto un momento di grande stanchezza, che l’ha fatto spaventare. Benitez detta la diagnosi definitiva: «Sneijder sta bene. Abbiamo fatto controlli recenti e non esiste alcuna anemia. Nell’intervallo della partita con il Brescia ha avuto solo un giramento di testa. Poteva essere un virus o stanchezza. Tutti i dottori, quando non è una cosa chiara, parlano di virus...». Del resto Rafa fece una strana faccia alla conclusione della partita, parlando di quel giramento di testa. La fotografia diceva: mah! Sarà? Ai giornalisti di casa sua l’olandesino l’ha raccontata diversa. I medici nerazzurri hanno rischiato la figuraccia. Mettete tutto questo nel frullatore e ne caverete dubbi e un pizzico di focherello sotto la cenere. Ecco perché il derby non è tutto, ma può esser un punto di svolta. «Se vinciamo andiamo in testa e tante cose vengono dimenticate. Vedremo cosa dirà chi ha scritto che ho 40 giorni di tempo per salvarmi». Il riferimento tocca alcuni giornali, ma i frequentatori dell’ambiente nerazzurro sanno bene che il pericolo sta in casa: Moratti ha già dato segnali di insofferenza. Aggiungete un altro fardello per il povero Benitez.L’anno passato l’Inter ha vinto 4-0 e 2-0.
Ha conquistato gli ultimi cinque derby interni: la più lunga striscia di successi casalinghi nerazzurri da quando esiste il girone unico. Vero che questa non è più l’Inter del «triplete», ma non può passare dallo champagne direttamente alla gazzosa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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