Benitez non mangia il panettone Buon Natale con Leonardo

Via Benitez, arriva Leonardo. Vediamo quanto dura. L’addio è ufficiale. Non ancora il buongiorno al nuovo inquilino della sismica panchina nerazzurra. L’Inter ci stava abituando bene: allenatori più durevoli, progetti che avevano una loro rotondità. Siamo tornati alle spigolosità: agli occhi neri, più che agli occhi felici. Nonostante successi e titoli non manchino. Il post Mourinho è stato deflagrante e ieri Moratti e Benitez si sono scambiati i saluti tramite annunci di buona educazione: niente di più. Più velenoso quello dell’allenatore, di routine il ringraziamento del club sul sito. Più verace il commento di Moratti: «Anche senza le dichiarazioni di Abu Dhabi, non so se Benitez sarebbe rimasto in panchina». É stato l’ultimo atto di insofferenza del presidente nei confronti di un allenatore che non ha mai digerito, costretto ad ingaggiarlo dopo aver perso Mourinho, non aver trovato sponda da Capello ed aver fallito l’assalto a Guardiola.
Dopo le battaglie verbali, tutto si è spento in mezza mattinata. Il legale di Benitez è venuto incontro alla società e l’Inter ha riconosciuto la risoluzione consensuale: tre milioni a Rafa (sei al lordo), oltre a quelli già incassati dal tecnico per mezza stagione. Il conto dice cinque milioni (ma gli esborsi nerazzurri dovranno comprendere lo staff dell’allenatore e i premi per le due coppe vinte). Il totale previsto dal contratto di due anni sommava otto milioni netti (16 lordi), oltre alle spese per lo staff. L’Inter aveva risparmiato sui rinforzi, ora dovrà spendere per un nuovo allenatore. Strategia insolita per vincere: di solito si comprano più giocatori e meno tecnici.
Ieri Moratti è stato molto laconico. Ha usato bon ton. «Mi spiace per come è finita. Ma, a parte le dichiarazioni di Benitez, non ero molto soddisfatto di quanto successo fino al mondiale per club. Poi quelle frasi mi hanno messo nella condizione di non avere più quel buon senso e quella pazienza per aspettare. E adesso si ricomincia daccapo».
Chiusa la porta, si apre la finestra. Cambiano aria e facce. Galleggia nel pensiero di tutti quella da bravo ragazzo di Leonardo. Mancano ancora rifiniture al contratto (numero di anni, la scrittura definitiva, ecc...). Moratti si è fatto catenacciaro. «Leonardo? Vedremo, lo dirò quando decideremo. Zenga? Vedremo». Oggi tutto potrebbe essere definito. L’annuncio cercherà la miglior vetrina mediatica. Stavolta il presidente rischia di giocare contro tutti. Alcuni siti e tv sportive ci hanno provato con i sondaggi: Leonardo è l’allenatore ideale per l’Inter? E le risposte hanno puntato prevalentemente sul “no“. Perfino Giovani Becali, procuratore di Chivu e amico di Zenga, ha tirato la stangata, magari strizzando l’occhio a Walter. Ma nel suo discorso c’era un gran fondo di verità. «Lo spogliatoio dell’Inter ha bisogno di gente tosta, dura, che lo tenga in pugno con forza. Leo è un ragazzo stupendo, comportamento da 10, conosce cinque lingue, ma lì non basta». Sì, è difficile capire se lo spogliatoio dell’Inter sia un eterno asilo infantile o un covo di serpi. Ognuno ha la sua versione.
Leonardo, al Milan, poteva contare sulla forza della vecchia guardia, sulla società che gli copriva le spalle. Qui resterà sempre solo al vento. Oggi diventerà l’allenatore, ma da domani comincerà la via verso l’esonero o verso la poltrona da dirigente. Moratti è rimasto affascinato dal personaggio, lo stima, basterà? Zanetti lo ha benedetto. É un segnale. «É molto intelligente e in gamba, conosce tutto del calcio». Galliani gli è affezionato, ma ha già preso le distanze: «Non so come reagirei a Leo interista».
E l’interessato interpreta la parte del fantasma svanitello.

«Io all’Inter? Ne so meno di tutti». Non lo avrebbe smosso nemmeno Nanni Moretti con un riveduto: dì qualcosa di sinistra. No, di interista. Leo avrebbe risposto come ieri: «Buon Natale!». Vedetela dalla sua parte: l’Inter è un regalo. Non un inferno.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica