Benitez, pugno di ferro con i contestatori

Strigliata a Chivu come avvertimento alla truppa. Pandev incerto, Milito forse con la Juve. Domani il Werder Brema a San Siro

Benitez, pugno di ferro con i contestatori

Ci vorrebbe Balotelli. Ma non c’è. Servirebbe un Cavani, ma è passato al Napoli. Forse sarebbe bastato un olandese di fascia rimasto al Liverpool (leggi Kuyt). Rafa Benitez comincia ad avere grattacapi veri: non tanto la sconfitta di Roma, quanto la necessità, irrinunciabile, di battere il Werder Brema a San Siro. Servono punti e gol, la Champions è un mordi e fuggi: prendere o lasciare. Vincere non sarà un’impresa, ma resta uno scollinamento da non sottovalutare. Inter nervosa e abbottata. Il leggero stiramento di Milito indurrà alla prudenza: meglio in tribuna che in campo. Mica vorrete che si perda anche la Juve? Ieri si è sottoposto a terapie per sette ore.

La botta che infastidisce Pandev è un segnale di fumo. Val la pena mandare in campo un’anima persa come quella del macedone? È arrivato a Milano con passaporto da attaccante-goleador, riciclabile a trequartista. Oggi sta cercando un’identità. Benitez sta pensando se mascherare un avvio alla panchina con quella malefica bottarella. E di conseguenza lasciar a Eto’o il trono dell’attacco, magari scortato da Coutinho e Sneijder. In alternativa due punte (Pandev e Eto’o), supportate da Sneijder.

Questioni tattiche che nascondono tensioni ed errori. È mai possibile che l’Inter del «triplete» sia ridotta a Coutinho e Biabiany? Col rischio che anche il mercato di gennaio non porti liete novelle in fatto di punte. L’oscar delle ultime battute nerazzurre va a Marco Branca, così bravo nel cercar giocatori e così indifendibile quando vuol far vedere lucciole per lanterne. Ieri se l’è presa con Zamparini, che lo ha accusato di essersi lasciato sfuggire Cavani. «Di conseguenza Branca non prenderà mai neppure Pastore, la società non è in prima fila», ha concluso il presidente del Palermo. Per il SuperIo del manager nerazzurro era davvero troppo ed allora ecco la risposta: «Gradirei che Zamparini non usasse più la nostra società come la vetrina del suo calciomercato. L’Inter non ha mai avuto come obiettivo Cavani e, in generale, se fissa un obiettivo lo centra». Da Pato a Hernanes, da Hamsik a Kakà sono tante le storie di obiettivi mancati o snobbati, che non è mai un attestato di lungimiranza.

La logica dice, invece, che l’Inter dovrebbe mordersi le dita per non aver acchiappato un tipo come Cavani, soprattutto oggi che i gol arrivano con fatica, la mira è storta, Milito e Sneijder stanno tradendo il pedigrèe. Malesseri passeggeri che Benitez dovrà curare in fretta. Per il momento ha fatto ripassare il bon ton a Chivu, facendogli un bello shampoo per la sceneggiata dell’Olimpico. Una sorta di avvertimento alla truppa. E il rumeno si è scusato con i compagni.

Moratti si è defilato, dovendo accompagnare a New York la figlia appena maritata: non sarà a San Siro né per il Werder, né per la Juve. Magari si eviterà qualche fitta al cuore. O qualche rimorso.

Il Werder sarà senza tre uomini determinanti: Fritz, Frings e Pizarro. In difesa giocherà Silvestre, il francesino che all’Inter portò solo una buona plus valenza. Tutto sommato, da Brema notizie confortanti. Ma adesso deve far gol anche Benitez.

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