Ritorna un figliol prodigo del jazz italiano. Stasera (ore 22), nell'elegante Caffè Doria Jazz Club di viale Doria, suona in solo il pianista e compositore Cesare Poggi. Ormai bisogna essere un po' attempati per avere familiarità con le vicende di questo eccellente virtuoso che è nato a La Spezia, si è affermato clamorosamente nel jazz tradizionale durante gli anni Settanta e Ottanta, poi è uscito dalla scena di sua volontà per dedicarsi ad altro. I cultori della musica afro-americana ricordano bene quel ragazzo, fresco allora del diploma di conservatorio, che si cimentava con lo sconfinato repertorio classico e prediligeva le Sonate di Domenico Scarlatti, ma che per qualche misteriosa affinità elettiva si era innamorato del jazz. Oltretutto aveva scelto gli stili tradizionali e - forse per evitare all'inizio le insidie dell'improvvisazione - proponeva il pianismo americano di fine Ottocento, vale a dire il ragtime di James Scott e di Scott Joplin, dove l'improvvisazione non esiste o quasi. C'erano alcune coincidenze favorevoli: il successo planetario del film The Sting (La Stangata, 1973) di George Roy Hill e, poco dopo, un romanzo best seller di E.L. Doctorow, Ragtime, pubblicato in Italia da Mondadori. Poggi aveva qualche ostacolo da superare. Il suo tocco era bello e raffinato. Ma nel ragtime la tastiera va presa a scapaccioni, e intorno a lui che suonava un rag dopo l'altro c'era un pubblico ammirato che lo incitava: «Picchia, Cesare!» è un'esclamazione rimasta proverbiale. Cesare capì che bisognava davvero picchiare: fu magnifico e nel 1976 arrivò il primo lp tutto per lui, Piano Ragtime per la Dire di Tito Fontana. Arrivò pure la stima di uno dei più illustri pianisti internazionali di musica contemporanea, Antonio Ballista, anch'egli attirato dal ragtime. Poi ci furono Ragtime&Rags con Tullio De Piscopo e Ronnie Jackson, e più tardi un cd dedicato a musiche di Fats Waller (Dire, 1991).
Infine un cd in trio con De Piscopo e con l'indimenticabile Stefano Cerri, e un dvd proveniente dalla Francia che documenta la partecipazione di Poggi a un festival di Boogie Woogie. Per il rientro al Doria Jazz Club sembra che Poggi riservi alcune sorprese. «Sono anche un compositore contemporaneo, anzi d'avanguardia», dice. Lo prendiamo in parola.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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