La soluzione migliore sarebbe quella di riportarlo sul ring. Ma a quasi 73 anni (li compirà il 26 aprile) non sarebbe igienico. E allora Nino Benvenuti ha pensato di salire su un altro ring. Si è domandato: perché non candidarsi per diventare presidente della boxe? Risposta immediata: perché no? E ieri lo ha fatto sapere al mondo. Direte: un ex campione (ci sono già Franco Arese per latletica e Dino Meneghin per il basket) non è garanzia di successo dietro alla scrivania.
Però un campione, un grande campione come i tre citati, riesce in qualche modo a restituire il guizzo dellumor positivo. Salvo fartelo passare, quando si mette allopera. Vedi la boxe e ti dici: in Italia è morta o quasi. I fraticelli della parrocchietta solleveranno oh!oh! di sgomento e incredulità, lodierno presidente Falcinelli parlerà dei successi mondiali e olimpici dei nostri dilettanti, peraltro bravi davvero. Ieri a Roma è sorta la prima lega pugilistica che si occuperà solo dei professionisti (che sono rimasti una manciata di coraggiosi). Ma sotto il vestito? Devastante solitudine. Per non dire niente.
Ecco perché lidea di Benvenuti for president vale in quanto tale. Restituisce un piccolo brillio ad un grande e nobile sport. Lo ha detto linteressato, che ben conosce la materia. «La boxe insegna quel rispetto per lavversario che manca in altre discipline. In questo momento il mio sport è fermo al palo. Potrei candidarmi per il quadriennio successivo ai Giochi di Londra. Il fatto che io abbia vinto un oro olimpico non significa che debba essere un predestinato assoluto». Chi conosce i giochi di potere, che sorreggono ogni federazione, poteva stupirsi delluscita di Benvenuti se il presidente attuale, Franco Falcinelli, non avesse fatto seguire la sua disdetta al posto. «Al termine del quadriennio non mi ricandiderò. La mia esperienza si può considerare conclusa. Benvenuti è una figura storica, un mito vivente. Sarebbe luomo giusto a livello di immagine». E chi vuole intendere, intenda. Falcinelli si è sempre fatto forte del suo elettorato che, ora, dovrà pur decidere a chi regalare i favori. Benvenuti è il miglior uomo immagine. Poi, per guidare una federazione, servirebbe un assetto manageriale. Tra parole e sottintesi è un bel slalomeggiare. Anche il presidente del Coni, Petrucci, non si è sbilanciato: «Il suo nome è affascinante». E oltre non è andato, sapendo che nellambiente gira anche la candidatura di Patrizio Oliva.
Nino è stato un numero uno sul ring e nella vita. Ha sempre provato a mischiare le carte: non si è fatto rinchiudere in un ipotetico museo delle cere.
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