da Milano
Dopo 7 anni di idillio la corsa del mattone, vero e proprio bene rifugio in questi anni di stagnazione, potrebbe presto fermarsi. Ipotesi che non sembra però spaventare le banche che continuano a erogare mutui a ritmo da record. «Il 2005 si chiuderà con una crescita a due cifre dei mutui, e anche l'anno prossimo sarà ancora caratterizzato da miglioramenti vicini a questa soglia», dice Massimo Benvenuto, responsabile della linea prodotti di finanziamento di Bnl, vero e proprio gigante del settore con un flusso annuo di oltre 4 miliardi.
La Fed ha portato i tassi al 4%. Anche la Bce sarà costretta a ritoccare il costo del denaro con un evidente impatto sui mutui...
«In realtà le due situazioni sono diverse: gli Usa crescono di quasi il 4%, l'Ue meno della metà. A breve quindi non sono previsti interventi da parte della Banca centrale, e se anche avvenissero nei prossimi mesi sarebbero poco rilevanti e graduali. Un tasso al 2 o al 3% incide molto poco, si parla di qualche euro, sulla rata mensile del cliente medio».
Che cosa succederà a chi ha un mutuo di lungo termine? Tra qualche anno i tassi potrebbero arrivare a un livello molto più critico.
«Il mercato dei finanziamenti è cambiato. La forte domanda ha favorito l'ingresso di nuovi concorrenti e l'ampliamento dei prodotti, a tutto vantaggio della clientela. Oggi esistono decine di mutui, adatti a tutte le esigenze. Chi non ama rischiare può scegliere un tasso fisso, oppure un prodotto tipo il nostro Mutuo-affitto che ha il vantaggio di essere a tasso variabile (dunque più basso di quasi 2 punti di spread rispetto al fisso), con una rata che resta sempre costante, anche con un rialzo del costo del denaro, che verrà eventualmente scontato in un orizzonte temporale più lungo. C'è poi la possibilità di pianificare rate differenti ogni 5 anni, a seconda della disponibilità».
I mutui crescono di valore (e di durata) perché la gente si indebita di più per acquistare case con prezzi alle stelle, se i prezzi scendessero cosa succederebbe?
«Gli immobili sono cresciuti in modo omogeneo, non c'è il rischio collasso per il sistema. In Italia i prezzi sono sì aumentati, ma in misura inferiore rispetto ad altri Paesi. E poi da noi quasi tutti i finanziamenti riguardano l'acquisto della prima casa, senza troppe speculazioni».
Frasca, responsabile della Vigilanza di Bankitalia, ha dichiarato che il valore degli immobili residenziali è vicino ai picchi del 92, e che se i prezzi dovessero scendere come allora, si avrebbe una riduzione del 7% degli utili lordi del sistema.
«I valori sono ancora al di sotto, anche se di poco, rispetto a quegl'anni, così come l'incidenza dei mutui sul Pil. Persino la Fed americana ha sottolineato, recentemente, la solidità del nostro sistema creditizio, uno dei meno esposti a livello internazionale al fenomeno di bolla immobiliare».
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