Non basta affidarsi alla gola, per riconoscere un buon gelato e gustarlo a pieno occorre valutare dei parametri precisi: colore, consistenza, freddezza, grassezza, velocità di scioglimento, pellicola residua, dolcezza, percezione amara, acida e salinità, aromaticità e persistenza gusto-aromatica. A indicarli è il sommelier Giuseppe Vaccarini nel libro Il codice del gelato, appena pubblicato da Giunti, che, tra storia, ricette e decorazioni, propone una vera e propria tecnica di degustazione del gelato appunto, che presta attenzione a ogni singolo aspetto del prodotto con la necessaria «lentezza» - «per ciascuna valutazione - specifica Vaccarini - la quantità di gelato da mettere in bocca sarà pari a mezzo cucchiaio da gelato» - per poi passare ad analizzare gli abbinamenti tra creme e sorbetti e, perfino, con il vino.
Se i golosi sono portati a lasciarsi guidare dalla «voglia» nellaccostamento dei sapori, gli intenditori suggeriscono scelte più oculate. Ecco spiegato perché, quando si guarda una carta di gelati in un locale, si trovano quasi esclusivamente coppe con abbinamenti «classici», ben distanti dai coloratissimi mix che la gente chiede al banco. Questione di gusto più che di gusti. Soprattutto per i romani. «Ci vengono fatte richieste di tutti i tipi - dice Nicoletta Chiacchiari della gelateria I Caruso (via Collina 13; 0642918674) - ma gli abbinamenti che consigliamo sono quelli basati sulla concordanza, ad esempio frutta secca solo con frutta secca. Suggeriamo di non prenderne troppi insieme perché si rischia di perdere il sapore. Su un cono piccolo ne vanno messi al massimo due. Non mancano abbinamenti originali, come il cioccolato con alcuni tipi di frutta, più acida, come la pesca che regala una punta di freschezza».
A incidere sul risultato finale è anche la scelta di cono e coppetta, non più, come si tende a credere, una semplice preferenza personale, ma una scelta di campo, tra chi il gelato lo mangia e chi lo «gusta». «È preferibile la coppetta - prosegue Nicoletta - la cialda, infatti, può influenzare la percezione. Stessa attenzione va prestata alla panna, che deve essere fatta a mano e con la giusta dose di zucchero. Sconsigliata per pistacchio e nocciola, va benissimo con il cioccolato. Per il caffè quella aromatizzata allo zabaione, ottima pure con il kiwi».
I consigli diventano «legge» dal Mio Gelato Naturale (via Romeo Rodriguez Pereira 170; 3488552041), dove i coni non sono neppure in vendita. «Uso solo coppette - spiega il titolare Ermanno Di Pomponio - perché i miei gusti sono biologici e senza additivi, sarebbe difficile trovare una cialda con le stesse caratteristiche. Inoltre, il gelato va gustato con il cucchiaino e lentamente. Per i sapori, lideale sarebbe assaporare ogni gusto singolarmente. Quando è fatto ad arte, infatti, ogni tipo meriterebbe unattenzione da solista. Comunque, quando la qualità è alta, i sapori si possono abbinare tutti, secondo le preferenze personali».
A ogni gelateria i suoi gusti e abbinamenti. Le opzioni non mancano così come gli indirizzi da intenditori.
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