Il congresso dell'Udc è stato un fatto importante sia per quel partito che per il centrodestra. Sarebbe troppo dire che è rinata la Casa delle libertà perché il congresso non è ancora legittimato nel linguaggio, il senso è la sua opera politica, ma in sostanza il fatto reale è questo. Casini ha definitivamente rotto con Follini e ha legittimato Giovanardi.
La lunga sconfitta della Casa delle libertà nelle tornate amministrative, che avevano segnato lo spazio tra le elezioni politiche del 2001 e quelle del 2006, avevano convinto il leader dell'Udc che Berlusconi apparteneva al passato e che bisognava salvare il centrodestra dallo sgonfiarsi del berlusconismo, anche da Casini giudicato un fenomeno passeggero.
Invece Berlusconi ha vinto le politiche da solo, proprio da solo, dicendo la verità che ognuno conosce e che tutti ignorano: che la coalizione di sinistra è guidata dai postcomunisti e che i comunisti cambiano facilmente contenuto ma non la forma della propria politica: controllare il consenso mediante il potere. Berlusconi ha vinto le elezioni sfidando il politicamente corretto; non solo quello del centrosinistra, ma anche quello dei suoi alleati.
Tutti gli alleati di Berlusconi andarono alle elezioni politiche con l'idea di crearsi una scialuppa perché l'ammiraglia affondava. Invece l'ammiraglia ha tenuto e semmai hanno vacillato le scialuppe, che gli amici di Berlusconi si erano costruiti per salvarsi dall'ira imminente. E la principale scialuppa era Marco Follini, una figura politica detestabile perché è riuscita a rendersi odiosa agli stessi elettori che lo hanno votato e non possono non rimproverare a Casini il fatto di aver loro proposto un candidato che era portato dal suo desiderio e dalla sua storia a diventare un frammento dell'Unione.
Il punto più basso nella storia dell'Udc fu il momento quando, quasi con sadismo, Follini disse, in una conferenza stampa della Casa delle libertà, che l'Udc si opponeva alla leadership di Berlusconi nella campagna elettorale. Ora Casini sa che Follini è stato la causa della sconfitta del centrodestra perché ha legittimato la convinzione della sconfitta dell'alleanza.
Al congresso Follini non è stato invocato da nessuno, neanche da Bruno Tabacci che non ha avuto il coraggio di dire una sola parola di sostegno a Follini con cui è stato associato nella lotta a Berlusconi. Ci sorprende che Mario Baccini, che viene dalla Dc romana di Sbardella, abbia associato il suo nome a quello del socio di Follini. Se Casini avesse avuto fiducia in Berlusconi, la Casa delle libertà avrebbe vinto le elezioni. Ora Casini si è convinto che la Margherita è travolta nel vertice del partito democratico e che un partito cattolico non può stare a sinistra, partecipare cioè a una coalizione che comprende tutte le forze anticattoliche del Paese. Fino ai Centri sociali che insultano e minacciano il presidente della Conferenza episcopale, Angelo Bagnasco.
All'addio a Follini, risponde il benvenuto a Giovanardi, l'unico che, per anni, ha avuto il coraggio di passare per lo scemo del villaggio agli occhi del politicamente corretto nel suo stesso partito. Diversamente da una figura equivoca come quella di Rocco Buttiglione, che dopo avere scippato lo scudo crociato a Martinazzoli si ritiene lo scudo crociato in persona. È una prova evidente che chi si ritiene un filosofo è un cattivo politico.
Casini faccia, dando retta a Forlani, una svolta e si renda conto della verità di quello che egli stesso ha detto nel congresso del suo partito: che l'Udc, proprio per essere un partito dalle radici democristiane non può stare con questa sinistra, assai diversa da quella con cui la Dc ha collaborato fossero essi i socialisti di Craxi o i comunisti di Berlinguer.
Gianni Baget Bozzo
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