Bergamo e Brescia all’Avanguardia

L’arte è un modo per decifrare la contemporaneità, e i suoi cambiamenti nel corso dei secoli testimoniano di volta in volta le caratteristiche peculiari di un’epoca. Tra Bergamo e Brescia, in queste settimane, è possibile compiere un itinerario che permette di attraversare gli ultimi cinquant’anni di storia: da una parte la collettiva sul Nouveau Realisme, fino al 3 aprile, curata da Dominique Stella, alla Galleria Agnellini di Brescia. Dall’altra, al Gamec di Bergamo, due mostre curate dal giovane Alessandro Rabottini (33 anni): la Seconda Edizione di «Art in the Auditorium» e la personale dell’artista texano Aaron Curry. La Galleria Agnellini Arte Moderna di Brescia celebra i cinquant’anni dalla nascita del movimento fondato da Pierre Restany: tredici artisti in mostra, esattamente il numero di coloro che fondarono il movimento. Gli oggetti comuni assumono un significato diverso, e la realtà è da trasformare in un’idea artistica: c’è chi, come Arman, raggruppa in un quadro-contenitore varie posate di ferro, o spazzole, o chiavi, recuperando così oggetti di vita quotidiana e investendoli di un nuovo valore, o chi, invece, come Klein, porta avanti una nuova concezione dell’artista come oggetto, quasi prigioniero della sua stessa opera. Ad accompagnare la mostra, il catalogo «Il Nouveau Realisme 1960-2010» (ed. Shin Production). Al Gamec di Bergamo, invece, la mostra «Art in the Auditorium» giunge quest’anno alla sua seconda edizione e vede l’esposizione di opere video. Si tratta di un progetto nato per iniziativa della Whitechapel Gallery di Londra, che ha commissionato a varie istituzioni in tutto il mondo un’opera.

I Paesi che partecipano al progetto sono, oltre all’Italia con il Gamec di Bergamo, gli Stati Uniti con il Ballroom Marfa, in Texas, l’Henie Onstad Kunstsenter di Oslo, The Institute for the Re-adjustement of Clocks di Istanbul, la City Gallery Wellington, a Wellington in Nuova Zelanda, e la Fundacion Proa di Buenos Aires in Argentina.

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