Berlino dieci racconti per ricordare il Muro che fu

Un volume raccoglie una serie di storie illustrate per celebrare i vent'anni dalla fine della Berlino spaccata in due, monito di tutte le divisioni che ancora restano in vita

Tra le tante iniziative per i festeggiamenti dei vent'anni della caduta del muro di Berlino ce n'è una che merita attenzione per la singolarità del caso. Si tratta di un volume (e fin qui nulla di strano) che raccoglie dieci racconti inediti di altrettanti autori sul tema del muro. Il libro si intitola «1989 - dieci storie per attraversare i muri» (Orecchio acerbo editore, pp. 94, 12 euro) e conta su illustrazioni moderne adatte anche a un pubblico giovane. Gli autori sono volti celeberrimi come il Nobel tedesco Heinrich Boll, lo spagnolo Elia Barcelò, il francese Didier Daeninckx, lo svizzero Max Frisch che ci ha lasciato molte satire, il ceco Jiri Kratchovil, la scrittrice russa di favole Ljudmila Petrusevskaja, la polacca Olga Tokarczuk, l'unbgherese Miklos Vamos e Ingo Schulze che con Boll rappresenta la Germania, l'uno (il Nobel) in rappresentanza della parte occidentale, l'altro (il vivente Schulze) in nome della ex Ddr. Per l'Italia il volto e la penna notissima di Andrea Camilleri al quale si deve il racconto intitolato «L'uomo che aveva paura del genere umano».
Dieci letture per capire che il Muro di Berlino, emblema e simbolo di tante divisioni, è un po' l'icona di tutti i muri che restano ancora da abbattere in tutto il mondo. Il libro esce in Italia, Francia, Germania, Polonia, Russia e Spagna in attesa di sconfinare in altri stati europei sensibili al tema oltre che all'iniziativa. Le illustrazioni sono opera di Henning Wagenbreth, famoso illustratore dell'avanguardia tedesca che offre tavole di fantasia, ricche di colore e di tinte forti che stanno anch'esse a simboleggiare una sorta di rinascita oltre il grigiore tipico del Muro e, in generale, di tutti i muri. Il libro tuttavia ha anche ambizioni extra letterarie: nei prossimi mesi è destinato ad essere rappresentato in teatro.
L'ultima pagina del volume raccoglie invece una serie di cifre, si tratta dei numeri, sconvolgenti, del muro di Berlino, eretto il 13 agosto 1961 e crollato il 9 novembre di vent'anni fa. Correva l'autunno 1989. Sono le date che conosciamo tutti. Poi ci sono i numeri su quali nessuno riflette: 3milioni 600mila persone, quelle fuggite a Ovest dal 1945 al 1961 alla media di 225mila all'anno a fronte delle 616.751 transfughi verso Ovest dopo la costruzione del Muro oltre ai 136 tedeschi che non ce l'hanno fatta perché sono caduti sotto i colpi della sorveglianza, in aggiunta ai 48 uccisi dopo i controlli svolti alla frontiera.

Cifre che non possono non far riflettere, cifre che aiutano a capire come i tanti muri ancora da abbattere (Cipro, frontiera Usa-Messico, Corea, Spagna-Marocco, Israele-Cisgiordania, Arabia saudita-Yemen, Botswana-Zimbabwe, India-Pakistan, Tailandia-Malesia, Belfast) aspettano solo la buona volontà degli uomini.

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