da Milano
Fino a venerdì, Berlino ospita il nostro teatro nella più ampia ed esaustiva panoramica che la Germania abbia mai dedicato, nel dopoguerra, alla scena nazionale italiana. La capitale tedesca ha infatti accolto linvito rivoltole dallEti e dallIstituto teatrale italiano di presentare le novità più eclatanti delle nostre ultime stagioni. E, contrariamente al passato, ha voluto privilegiare accanto ai massimi esponenti del nostro teatro, ben noti nellambito degli scambi internazionali, anche le novità più interessanti di quel teatro dei giovani in genere assenti da rassegne di questo tipo, che in prevalenza si concentrano sui nomi consacrati dei registi più celebri, dal compianto Strehler al suo successore Ronconi.
Accade quindi di incontrare nel cartellone di una rassegna che impegna nellospitalità otto tra i teatri più prestigiosi della capitale, dalla Volksbuhne al Berliner, un attore del calibro di Giulio Bosetti col suo acclamatissimo Così è (se vi pare) che chiuderà la rassegna, i nomi di Emma Dante con Carnezzeria e il suo ultimo spettacolo La Scimia ispirato al celebre racconto di Tommaso Landolfi, la bellissima Giulietta di Walter Malosti e Michela Cescon, liberamente tratta dalla sceneggiatura originale del film di Fellini, la prima assoluta in Germania del testo più problematico di Pier Paolo Pasolini, Bestia da stile, ispirato al suicidio di Jan Palach nelloriginale messinscena di Latella e il debutto dei Sei personaggi nella riscrittura minimalista di Carlo Cecchi dove si è rivelata Antonia Truppo di recente premiata agli Olimpici come migliore attrice emergente.
Oltre ai Polacchi che il Teatro delle Albe di Marco Martinelli ha desunto con impressionante vis creativa dallUbu re di Jarry. Né manca una delle performance più poetiche delle ultime stagioni, ossia la Biancaneve del Teatro del Carretto nella splendida cornice scenografica di Graziano Gregori e, martedì, quellEreditiera che Arturo Cirillo, il talento più estroso della nuova scena partenopea, ha desunto da Piazza Washington, il capolavoro narrativo di Henry James.
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