Milano - Un pomeriggio da consigliere comunale per Silvio Berlusconi. La presentazione del primo bilancio di previsione dell’era Moratti, offre al leader della Cdl l’occasione per tornare a Palazzo Marino dove è stato eletto con un plebiscito lo scorso maggio. Il momento giusto, dopo giorni in cui tanto se n’è parlato, per annunciare la sua partecipazione al corteo del 26 marzo contro la criminalità. E per appuntare una medaglia sulla giacca bianchissima indossata dalla lady di ferro che proprio lui ha voluto prima donna sindaco di Milano. «La politica non è tutta un carnevale ributtante - dice riferendosi compiaciuto al documento con la previsione di spese, incassi e investimenti per il 2007 dei milanesi -. Per fortuna c’è anche gente che lavora seriamente».
E, forse anche per questo, spiega che sarà presente all’iniziativa lanciata da Letizia Moratti e a cui hanno già aderito tutti i partiti del centrodestra, ma anche oltre quaranta associazioni, molte delle quali attive nel sociale e nel volontariato. «Sarà una manifestazione serena e pacifica di cittadini che normalmente non sono abituati ad andare in piazza - assicura Berlusconi -. Ma in questo momento, con la sinistra che ha occupato tutte le istituzioni e che si dimostra sorda a tutte le istanze che arrivano dall’opposizione, credo possa essere utile per sottolineare la gravità della situazione». La Moratti incassa e ringrazia. «Penso che quella di Berlusconi sia una presenza estremamente significativa - le sue prime parole - perché è un cittadino milanese e proprio per questo sente come importante il problema della sicurezza. Ci sono già state le adesioni di tante associazioni come “Milano donna” o “Bambini ancora”, il segnale di una manifestazione che non vuole essere contro il governo, ma semplicemente una richiesta di attenzione che la città merita».
Interessamento che, ancora una volta, ha richiesto una forte presa di posizione. Solo ieri, infatti, la Moratti ha potuto render nota l’apertura dei due commissariati costruiti a spese del Comune in zone «calde» della città, ma che per mesi erano rimasti chiusi in attesa di poliziotti che non arrivavano mai. E il sindaco, per ribattere ai colleghi che le rimproverano un’iniziativa «fuori dal coro», ricorda di aver chiesto anche in loro presenza rinforzi al ministro dell’Interno. «Ma Giuliano Amato mi ha risposto di non poterci dare nulla». Più che sospetto, per Berlusconi, il taglio dei due posti di polizia destinati dal governo di centrodestra a Milano insieme agli oltre duecento poliziotti di quartiere. Fatto da Prodi perché «tutti i progetti che noi avevamo messo in campo vengono visti con antipatia dall’attuale governo che cerca di cambiare strada». Nessun dubbio, dunque, che «sull’istituto dei poliziotti di quartiere e quello dei vigili di quartiere si debba insistere».
Come insistere si dovrà, secondo il «consigliere anziano» (non nel senso dell’età, ma burocraticamente nel senso che è quello che ha preso più voti), nella lotta ai graffitari. E allora Berlusconi, mentre sta per incominciare il dibattito sul bilancio, mette la sua firma sulla mozione presentata dal consigliere di Forza Italia Fabrizio De Pasquale per istituire il vigile anti-graffiti. Un «Nucleo vigili per il decoro urbano» di una quarantina di uomini per combattere il fenomeno dei murales che deturpano palazzi e monumenti, ma anche il «vandalismo contro i beni e gli oggetti dell’arredo urbano posizionati nelle piazze e nei parchi».
Parlando di bilancio, invece, Berlusconi riconosce alla Moratti «un lavoro da capo di azienda, quello che un’amministrazione pubblica deve fare».
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