Berlusconi: «Canto anche in francese Ho perfino vinto una gara con Chirac»

Il premier introduce nella lingua d’Oltralpe la cena con la delegazione del Ppe: «Il liberismo? Non è un moloch E il Pdl alle Europee prenderà il 52%»

Berlusconi: «Canto anche in francese Ho perfino vinto una gara con Chirac»

da Roma

Forse perché i quiz dove trionfa chi conosce più canzoni - da «Sarabanda» a «Canta e vinci» - sono creazioni di Mediaset; forse perché una carriera da cantante sulle navi da crociera non si dimentica neppure se si diventa inquilini di Palazzo Chigi per la terza volta; resta il fatto che comunque Silvio Berlusconi ha vinto l’ennesima, piccola partita tra Italia e Francia. Stavolta non su di un campo da calcio, ma tra pentagrammi e microfoni: «Una volta ho fatto una competizione con Chirac per vedere chi sapeva di più e meglio le canzoni francesi - ha scherzato ieri sera il premier nel corso della cena di gala organizzata da Forza Italia per la delegazione del Partito popolare europeo -. E ho vinto io...».
Se al momento della sfida abbia puntato sul repertorio di Aznavour, Edith Piaf o Brassens, questo non lo ha specificato. Ma l’aneddoto ha comunque divertito la platea dell’Hotel Aran, nel quartiere romano dell’Eur. A scatenare l’amarcord, la scelta di Berlusconi di pronunciare il discorso introduttivo alla serata in francese, la lingua ufficiale di Bruxelles che il premier parla perfettamente. «Ho studiato alla Sorbona», ha spiegato a chi si complimentava. E a Parigi, dove ha studiato per due anni, il presidente del Consiglio ha anche lavorato come cantante. Ecco dunque il perché della vittoria canora «in trasferta» contro l’ex presidente Jacques Chirac.
Al di là dei sorrisi a stemperare una giornata di certo non facile, la cena con i rappresentanti del Ppe è stata anche l’occasione per confrontarsi sulle prossime elezioni europee e sulla situazione economica mondiale dopo i disastri finanziari delle ultime settimane. Per quanto riguarda la tornata elettorale, il Cavaliere ha confermato «lo sbarramento al 5%», lanciandosi anche in una previsione: «Il Popolo della libertà prenderà almeno il 52%». Poco da stare allegri, per gli avversari, considerando la competitività del premier in questo periodo. Gare di canto incluse.
Berlusconi ha poi invitato a non demonizzare il libero mercato: «Non è un moloch (tremenda divinità ebraica presente nell’Antico Testamento, ndr). Dobbiamo prendere esempio dagli Usa». Infine una nota di ottimismo, poiché «non credo che questa crisi finanziaria toccherà profondamente le nostre economie, che hanno sistemi bancari molto solidi che non si basano su grattacieli finanziari».
Così, tra idoli ancestrali e ricordi di gioventù, Berlusconi ha toccato anche il tema della politica estera propriamente detta, spingendo per aprire presto «un tavolo tra il futuro presidente americano, l’Unione Europea e la Federazione russa» per creare «un unico Occidente».


Sul fronte interno, oltre all’angosciosa vicenda Alitalia, il capo del governo non scorda i traguardi delle riforme e si dice fiducioso: «In Parlamento abbiamo i numeri necessari per cambiare l’architettura dello Stato, che è vecchia, e la Giustizia, che ha tempi impossibili».

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