Roma - "Anche Alleanza nazionale sapeva della candidatura di Ciarrapico ed era d’accordo". Il leader del Pdl, Silvio Berlusconi, dopo ventiquattr'ore di silenzio sull’uragano scatenato dalle dichiarazioni di Giuseppe Ciarrapico sul fascismo, smentisce Gianfranco Fini che ieri aveva detto di non saper nulla della candidatura dell’imprenditore. Non solo. Il Cavaliere ci tiene a sottolineare, forse a smorzare i toni, che "Ciarrapico è un signore di un mondo che sprizza la simpatia di un Fabrizi, credete che una sua dichiarazione subito smentita sia così importante? Credo che i problemi seri siano altri".
La candidatura dell'editore Berlusconi non fa misteri sulla candidatura. "Noi dobbiamo vincere. Noi dobbiamo fare una campagna elettorale e si deve vincere. L’editore Ciarrapico - spiega il leader azzurro - ha giornali importanti a noi non ostili ed è assolutamente importante che questi giornali continuino ad esserlo, visto che tutti i grandi giornali stanno dall’altra parte". Secondo Ignazio La Russa, è "improprio" dire che An era d’accordo con la candidatura di Ciarrapico. Piuttosto, il partito di Gianfranco Fini avrebbe appreso solo sabato a Milano della scelta. "Ne ho parlato subito con Fini e ho espresso a Berlusconi le nostre forti perplessità in ragione delle reiterate e pubbliche polemiche di Ciarrapico nei confronti di An e del presidente nazionale", precisa La Russa sottolineando che "Fini non ha mai detto di non sapere, bensì che se fosse dipeso solo da lui...".
Veltroni: "Scelta inaccettabile" "Non solo si è scelto di candidare una persona che rivendica la continuità con il fascismo ma oggi si dice che va bene perchè è proprietario di giornali. È un’idea di politica che non riesco ad accettare e penso che gli italiani si siano stancati di queste furbate". Veltroni attacca Berlusconi aggiungendo che "An ancora una volta è stata sbeffeggiata, strattonata e messa da parte". E continua: "Ho visto che è stata fornita una motivazione quasi peggiore" della candidatura nelle liste del Pdl di Giuseppe Ciarrapico, rispetto al fatto che lui stesso ha rivendicato la sua fede fascista. La motivazione peggiore è che "siccome è un editore questo di per sé è un buon motivo per candidarlo per non avere i giornali di cui è editore contro".
I candidati e la squadra di governo Giovedì, nell’Auditorium della Confindustria all’Eur, Silvio Berlusconi, Gianfranco Fini e gli altri leader dei partiti alleati, presenteranno i candidati del Pdl alle prossime elezioni politiche. "Sto cominciando a pensare alla squadra di governo", spiega l’ex premier che però non vuole svelare la rosa di nomi che sta vagliando. "Vedremo che cosa sarà il risultato delle elezioni perché, se come appare dai sondaggi e da ciò che sembrerebbe di buon senso, noi potremo contare su una vasta maggioranza alla Camera e al Senato, procederemo in questa direzione autonomamente", spiega Berlusconi commentando le parole del presidente della Cei Angelo Bagnasco, che per la prossima legislatura ha auspicato larghe intese per interventi che consentano di migliorare la condizione economica delle famiglie. "L’intervento per dare più potere d’acquisto a ciò che introitano le famiglie - aggiunge il Cavaliere - credo che sia uno dei primi che si debbano fare. Per quanto ci riguarda abbiamo anticipato che ci sarà la detassazione completa degli straordinari e la abrogazione totale dell’Ici".
Veltroni chiude con la sinistra Berlusconi attacca Veltroni boccia le ultime proposte avanzate dal Pd per facilitare la nascita di un’impresa: "Ormai la copiatura del nostro programma è un fatto continuo. Peccato che queste proposte le abbiano scoperte solo adesso visto che non hanno fatto nulla di simile quando erano al governo". Tuttavia, pur definendo un "bluff2 il tentativo 8non riuscito) del Pd di correre da solo, il Cavaliere dice di "apprezzare" Veltroni per essere stato "il primo leader della sinistra italiana che si rende conto della necessità di rompere con un passato imbarazzante, con la tradizione comunista e con chi la rappresenta". "In Inghilterra il Labour Party l’ha fatto negli Anni 30 del secolo scorso, i socialdemocratici in Germania a Bad Godesberg nel 1959 - prosegue l'ex premier - la sinistra italiana sembra ci stia arrivando, sia pure con mezzo secolo di ritardo". Sulle eventuali alleanze con Veltroni Berlusconi conclude: "Naturalmente non lo prenderei mai nel mio governo. Nè lui ci verrebbe".
Prodi come Violetta della Traviata Lo paragona a Violetta, la protagonista della Traviata. Con queste parole Berlusconi dà il suo addio all'ex premier romano Prodi: "Il governo Prodi ha riscattato con una bella morte una vita dissipata. La scelta di andare a farsi battere in Parlamento è stata un’assunzione di responsabilità che ha fatto chiarezza e ha evitato equivoci e manovre sotterranee". " stata una scelta solitaria di Prodi, che tutti i leader del Partito democratico avevano avversato", aggiunge il Cavaliere.
Il programma stracciato "Sono loro che strappano, come sempre è accaduto, il loro programma. Come al solito c’è il vecchio sistema mistificatorio di chi è venuto su nelle file di quella parte politica e che non è cambiato".
Con queste parole Berlusconi conclude il suo intervento e cestina le polemiche successive al suo gesto durante l’intervento al Palalido di Milano, quando quando aveva sottolineato, strappando un foglio di carta, che per la sinistra i programmi sono "carta straccia".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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