da Roma
Senatore Giovanni Russo Spena, il nuovo partito di Berlusconi cambia tutti i giochi.
«È unoperazione mediatica molto forte, che scompagina il quadro e tende a togliere dalla scena Fini, Casini, la Lega. Incredibile. Berlusconi è coraggioso: sciogliere Forza Italia, bisticciare con gli alleati... ».
E se il Partito del popolo finisse per allearsi con il Pd per «tagliare le ali»? In fondo è ciò che vogliono i poteri forti.
«Non cè dubbio: tagliare fuori la sinistra radicale da un lato, la Lega, Casini e Fini dallaltro. Berlusconi vuole giocare a tutto campo e il suo tragitto può essere sconvolgente. Ma se è unoperazione intelligente e pericolosa, un disegno possente che non va sottovalutato, secondo me, la fanno troppo facile... ».
Perché, Veltroni non potrebbe essere tentato dalle sirene?
«Mi auguro di no. Lui poi non è mica Berlusconi, non può mica fare il bello e cattivo tempo. Forse lo stesso Cavaliere si è fatto qualche illusione sul reale potere di Veltroni, dopo le primarie. Nella realtà, il centrosinistra funziona molto diversamente, Veltroni non potrebbe mai starci, ogni sua mossa azzardata metterebbe a repentaglio il governo. E credo che incontri più di un ostacolo anche allinterno del Pd».
Intanto i due cominciano a dialogare sulla legge elettorale.
«Di questo sono molto contento. Questo il significato reale della mossa di Berlusconi: dimostra agli alleati di essere lui sempre il dominus e dunque di essere lui lunico titolato a trattare direttamente con Veltroni. Mi fa piacere che abbia ricominciato a fare politica».
Il Cavaliere propende per il sistema tedesco, il vostro preferito.
«Anche questo mi fa piacere. Però dobbiamo stare attenti: se va benissimo che la discussione si sia sbloccata, non potremo accettare un sistema annacquato, anzi che porti lacqua soltanto al mulino del Ppl e del Pd».
Il sistema spagnolo non vi piace.
«Assolutamente no. Sarebbe un sistema ibrido, adatto al sistema delle autonomie della Spagna ma del tutto inadatto alla nostra realtà. Ha collegi territoriali troppo piccoli, che riprodurrebbero una frantumazione già accentuata dal maggioritario. Senza contare che ridisegnare i collegi sarebbe unimpresa enorme, che indurrebbe in ognuno il sospetto di collegi creati pro domo sua».
Allora su quale base si può trattare?
«Un sistema proporzionale con lo sbarramento nazionale al 4-5 per cento, senza premio di maggioranza, che consenta alle coalizioni di formarsi sulla chiarezza politico-programmatica».
Allora addio anche alla bozza-Vassallo?
«La bozza Vassallo è uno strumento di lavoro, va bene per sbloccare la discussione. Ma rischia di varare un sistema cucito come un vestito sui due partiti più grandi della coalizione. Verrebbero maciullati i piccoli, e ridimensionati fortemente gli intermedi, come Rifondazione, la Lega, lUdc».
Non teme che si finisca per andare al referendum?
«Certo. Per questo diciamo no alle furbizie incrociate tra Pd e Ppl: si giochi a carte scoperte. Non escludo che il referendum possa essere il retropensiero di Berlusconi.
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