Montesilvano (Pescara) - Il «passaparola» che contesta non ha nulla a che vedere con Gerry Scotti e il suo programma. Ma chiama in causa un’altra categoria di conduttori. I padroni di casa nei talk show politici, quelli che «stanno a sinistra», pronti a far «convergere» su di lui «prese in giro, insulti, oltraggi, molto spesso menzogne». Silvio Berlusconi chiarisce l’affondo del giorno prima e, al caldo di un cinema aquilano (fuori il freddo è pungente), fa anche i nomi delle trasmissioni a cui si riferisce (AnnoZero, Ballarò, Porta a porta, l’ex Tg3 Primo piano). «Ho pregato ministri e sottosegretari - informa - a non prestare il fianco alle risse in tv».
In Abruzzo per sostenere la campagna elettorale di Gianni Chiodi, il candidato del Pdl che «secondo gli ultimi sondaggi ha un vantaggio di 11 punti», il premier tiene a precisare di aver descritto «semplicemente» quanto visto in una serata di relax casalingo. E così, in una platea in cui c’è chi urla «licenziali» o vorrebbe non pagare più il canone Rai, Berlusconi ripete: «Non è dignitoso prestarsi a contrasti» dannosi sul piccolo schermo, cadendo nel tranello di una «sinistra che ha invece nella rissa la sua modalità di confronto».
Dalla tv alla crisi economica, dall’università alla Vigilanza Rai, senza dimenticare il pacchetto Ue sul clima. C’è questo e altro ancora nella seconda giornata abruzzese del Cavaliere, quella in cui elogia più volte al pubblico un loro corregionale doc, il «grande regista» Gianni Letta. Quello con cui rimane in contatto per tutto il giorno, per mantenere un filo diretto con Palazzo Chigi sulle principali questioni politiche, interne ma non solo. E che oggi potrebbe anche partecipare all’incontro tra governo e parti sociali sul pacchetto anticrisi. Quello che col sorriso, ma con una speranza mai del tutto celata, candida in futuro al Quirinale. «Se lo volete presidente della Repubblica - dice rivolgendosi nel pomeriggio ai quasi 5.000 presenti al Palacongressi di Montesilvano - mi sembra una cosa giustissima».
Inevitabile, poi, un passaggio sulla tragedia avvenuta sabato in un liceo di Rivoli, costata la vita a un diciassettenne. «Non possiamo che unirci all’enorme dolore» della sua famiglia, dichiara Berlusconi. «Esistono situazioni di insicurezza», riconosce il premier, abbiamo individuato il primo lotto di 100 scuole da sottoporre a verifiche strutturali», ricorda il Cavaliere, che aggiunge: «Il lavoro da fare è comunque molto più elevato e richiederà un approfondimento su circa 2.500 istituti». In merito poi al caso specifico avvenuto in provincia di Torino, il presidente del Consiglio, che in mattinata si consulta telefonicamente con il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, spiega che «non c’erano motivi apparenti di preoccupazione». «È stata una drammatica fatalità», prosegue. «Nessuno, tra preside e docenti - riferisce - aveva mai denunciato elementi di pericolosità». Ripercorrendo poi «l’avventura di libertà iniziata nel 1994 con Forza Italia», Berlusconi ricorda che allora la magistratura aveva iniziato «un’azione verso i cinque partiti democratici, che, pur con molti errori, erano riusciti a garantire per 50 anni progresso e benessere».
Altra patata bollente, il pacchetto clima. Un ambito che il premier fa intendere di tenere in maniera costante sotto controllo per «limitare le opere donchisciottesche» dell’Unione europea. Che insiste, dal canto suo, nonostante l’obiettivo rimanga da «perseguire», di «aggiungere un peso economico che», per via della congiuntura negativa, «pare esagerato». Un tema che ricorre nella serie di contatti avuti nelle ultime ore, in ambito internazionale, compreso il presidente della Commissione Ue, José Manuel Barroso.
Ma è proprio sulla crisi finanziaria («avrà per forza ricadute sull’economia reale», afferma) che il Cavaliere batte più volte nel corso dei due comizi tenuti nel weekend. In ogni caso, però, «siamo noi, con i nostri comportamenti a determinare la sua profondità». E visto che il sistema bancario regge, ciò che va bloccato è il «circolo vizioso» che si rischia di innescare sul fronte consumi. Gli italiani, dunque, devono continuare ad avere «fiducia». D’altronde, «i consumatori sono gli arbitri della situazione».
Infine, tra una battuta e l’altra («non vale rubarmi il posto, di solito sono io a sentirmi male...
», dice a una signora che aveva avuto un lieve malore, subito rientrato), torna alla ribalta la vicenda Alitalia. E rivendicando l’importanza della cordata di imprenditori italiani messa su da Cai, attacca quella sinistra che «fino all’ultimo ha tentato di impedircelo, attraverso l’uso strumentale dei suoi sindacati».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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