Roma - «La coperta è corta, ma una soluzione per dare una boccata d’ossigeno alle famiglie va trovata». Il giro d’orizzonte a Palazzo Chigi con i rappresentanti delle imprese e del mondo bancario si è concluso da poco quando Silvio Berlusconi decide di continuare la riunione ristretta solo con Gianni Letta e un piccolo drappello di ministri. Sul tavolo ci sono le misure anti-crisi, soprattutto quelle destinate alle famiglie.
La volontà del premier di mettere in atto interventi a sostegno dell’economia reale, però, va a impattare con lo stato dei conti pubblici e con una crisi che la Fed non esclude possa persino peggiorare. Giulio Tremonti, dunque, continua a predicare prudenza perché «soldi da distribuire non ce ne sono». Non a caso, il ministro dell’Economia si guarda bene dal fare aperture durante l’incontro con imprenditori e categorie produttive e si limita a un intervento di neanche un minuto. Concluso in modo sibillino: «La parola è d’argento, il silenzio è d’oro». Una battuta che il premier chiosa in modo piuttosto eloquente: «È tirato pure sulle parole». Il punto, infatti, è che il ministro dell’Economia è deciso ormai da settimane ad impedire quello che lui stesso chiama «l’assalto alla diligenza». Così, ad ogni richiesta di maggiore spesa, la risposta non cambia: «Ditemi dove devo tagliare». Perché la linea di confine per Tremonti resta una sola: i saldi di bilancio della manovra devono restare invariati. Questione sulla quale sembra esserci ormai condivisione se a sera è Paolo Bonaiuti a mettere fine alla querelle. «Data la situazione dei conti pubblici - dice il sottosegretario alla presidenza - la Finanziaria non può essere oggetto di modifiche». Insomma, qualunque novità arrivi comporterà necessariamente dei tagli. E anche per questo con ogni probabilità il Consiglio dei ministri di oggi non dovrebbe discutere alcun provvedimento ma piuttosto dedicarsi a un giro di tavolo per capire i margini di manovra.
Al di là della necessità di assicurare la liquidità delle banche alle imprese («ho chiesto agli istituti di credito di garantire il maggior accesso possibile al credito», spiega il premier durante la riunione) e di estendere la proroga della detassazione degli straordinari, nelle intenzioni del governo c’è anche la volontà di sostenere le spese infrastrutturali con un finanziamento di 16,3 miliardi di euro per le grandi opere. Sul fronte famiglie, invece, Berlusconi parla di 35 milioni di euro da assegnare a quelle più numerose per i nuovi nati. L’idea, spiega il premier, è del sottosegretario Carlo Giovanardi e prevede un prestito alle famiglie di cinquemila euro da restituire poi con un interesse del 4%.
Nella lunga riunione a Palazzo Chigi il Cavaliere insiste molto sulla necessità di «evitare fattori ansiogeni» e «non alimentare cattive profezie che finiscono per autoavverarsi». Insomma, «serve ottimismo» anche perché «la situazione economica italiana è meglio di quanto sembra» nonostante ci siano «speculazioni in Borsa che vanno combattute». Per tirare le somme sulle misure da prendere, però, Berlusconi vuole anche capire cosa intendono fare Bruxelles e il Fondo monetario.
Sul fronte della riforma della legge elettorale per le Europee, invece, dopo un pranzo alla Camera con Gianfranco Fini, il premier ha ribadito che per lui «l’attuale legge va benissimo». Insomma, «verificheremo se è possibile un’intesa, altrimenti andremo a votare con questo sistema».
Un modo per cercare di stanare Walter Veltroni (ma anche Antonio Di Pietro) che certamente più del Cavaliere ha interesse all’innalzamento dello sbarramento per evitare di dover pagare dazio ai cespugli della sinistra.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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