Roma - Il fulmine è arrivato di prima mattina e, come già altre volte in passato, si è manifestato dalle colonne di un giornale. Ancora una volta il protagonista di una vicenda ai confini tra la politica e la giustizia è Silvio Berlusconi. Stavolta l'accusa è di corruzione nei confronti di un alto dirigente della Rai e di istigazione alla corruzione di un senatore. Il Cavaliere è abituato da anni ai processi mediatici - prima che nei tribunali -. L'ex premier si difende parlando di "montatura", dice di non aver ricevuto alcuna notifica dalla procura e punta il dito contro "l’armata rossa della magistratura". "Questo presunto scoop è una montatura assoluta - attacca il Cavaliere - non c’è nessuna cosa di cui io debba preoccuparmi, sono assolutamente tranquillo". Per dire la sua verità Berlusconi sceglie la "Tv della Libertà". Ma l'impellente esigenza di difendersi non gli toglie l'entusiasmo e la voglia di andare avanti con la politica, con il suo progetto di dare vita ad un nuovo partito, il "Popolo della Libertà".
L'accusa Il quotidiano "la Repubblica" oggi riportava che il leader di Forza Italia sarebbe indagato dalla procura di Napoli per la corruzione del presidente di Rai Fiction Agostino Saccà e per l’istigazione alla corruzione del senatore Nino Randazzo, eletto all’estero per il centrosinistra, per far cadere il governo di Romano Prodi al Senato.
"L'armata rossa dei giudici in azione" "Voglio soltanto notare - sottolinea il Cavaliere - che c’è odore di elezioni, di campagna elettorale e così subito l’armata rossa della magistratura si rimette in moto", ha proseguito l’ex premier. "Non ho avuto nessuna comunicazione". A proposito dei fatti riportati dal quotidiano di Ezio Mauro Berlusconi dice poi che "non c’è alcun rilievo penale. Ho fatto tutto alla luce del sole. Invece che a belle ragazze ho fatto la corte a dei senatori".
In un lungo servizio, Repubblica parla di un'indagine su sovraffatturazioni e presunti fondi neri che avrebbe al suo centro Saccà e che, dall’intercettazione del telefono del dirigente Rai, si imbatte in alcuni colloqui fra quest’ultimo e Berlusconi su una serie di tentativi di "acquisizione" di senatori del centrosinistra. In particolare, il giornale riferisce di una offerta di denaro e di un vero e proprio contratto per il senatore Randazzo, eletto nella circoscrizione dell’Australia e Oceania, cui sarebbe stato garantito un posto da viceministro in caso di caduta del governo Prodi, che in Senato ha una maggioranza risicata.
Randazzo chiarisce: "Niente corruzione" Chiamato in causa su una questione così spinosa il senatore ha confermato di essere stato sentito dai magistrati campani a metà novembre come persona informata dei fatti. Conferma di aver ricevuto da Berlusconi le proposte per far mancare i numeri al governo: "Quella è cosa arcinota, era quello l’obiettivo". Ma dice di non sapere nulla di ipotesi di corruzione a carico dell’ex premier. "No assolutamente - ha dichiarato - lo apprendo oggi da Repubblica. Io non faccio nessuna ipotesi di corruzione. Se la fa qualcun altro è un altro paio di maniche. Io non posso dire questo, infatti non abbiamo parlato di soldi con Berlusconi, quindi la corruzione in termini penali io non la vedo. Poi se c’è qualche altra ipotesi di corruzione io non lo so...".
L'avvocato del Cavaliere Prima dell’intervento di Berlusconi, il suo avvocato, Niccolò Ghedini, aveva anticipato che il leader di Forza Italia non aveva ricevuto notifiche dai magistrati e pertanto la notizia era "destituita di ogni fondamento". Nella sua nota l’avvocato Ghedini proseguiva dichiarando che "non è dato comprendere come il quotidiano sia potuto venire in possesso del materiale d’indagine nel procedimento nei confronti del dottor Agostino Saccà". "I virgolettati riportati farebbero ritenere che la Repubblica sia in possesso di atti di indagine quali interrogatori, intercettazioni e atti di polizia giudiziaria", continuava Ghedini.
"Violato il segreto d'indagine" "Ci si trova quindi di fronte ad una gravissima lesione del segreto di indagine e ad una illecita pubblicazione delle indagini stesse. Come sempre si pubblicano stralci parziali di asserite conversazioni stravolgendone il senso complessivo, violando le regole processuali e il diritto alla privacy". "Comunque tutte le vicende così come narrate e riguardanti il presidente Berlusconi non hanno alcuna rilevanza penale, mentre appare con grande evidenza il tentativo di intromettersi e pesantemente, e qui sì vi sono forti rilievi penalistici, nella libera esplicazione della sua attività politica", precisa la nota aggiungendo che "il presidente Berlusconi ha dato mandato ai suoi legali di agire immediatamente in ogni sede per esperire ogni opportuna azione e in particolare per valutare la sussistenza di eventuali calunnie".
Esposto al Csm C'é anche un esposto a firma di Silvio Berlusconi al Csm sull'indagine di Napoli che lo riguarda. Una denuncia che - a quanto si è appreso- pone gli stessi problemi sollevati nell'esposto del suo legale Nicolò Ghedini , sulla fuga di notizie su atti coperti dal segreto e sulle modalità delle intercettazioni. Lo scritto è arrivato un'ora fa a Palazzo dei marescialli. E per esaminarlo e decidere il da farsi il vice presidente del Csm Nicola Mancino ha convocato per domani mattina il Comitato di presidenza, cui spetta l'assegnazione delle pratiche alle varie commissioni di Palazzo dei marescialli. La riunione si terrà prima dell'inizio del plenum.
"L'armata rossa della magistratura si rimette in moto" "C’è aria di elezioni e subito l’armata rossa della magistratura si rimette in moto. Il presunto scoop di Repubblica è una montatura assoluta dentro la quale - ha detto il Cavaliere - non c’è nulla, nulla, nulla di cui possa preoccuparmi".
"Ho solo fatto la corte ai senatori" Alla presenza di un "governo disastroso io ho fatto solo la corte ai senatori ma tutto questo è avvenuto alla luce del sole". Berlusconi spiega di aver offerto "candidature e incarichi di governo" per "persone meritevoli" e di aver fatto tutto ciò "in maniera assolutamente corretta". Il Cavaliere ricorda il fatto che alcuni giorni fa "a Follini è stato conferito un incarico importante" proprio per la sua decisione di passare nell’altro schieramento e - aggiunge Berlusconi - "nessuno ha gridato allo scandalo". Per Berlusconi si tratta di normali trattative che fanno parte del gioco politico. "La corte nei confronti dei senatori - ribadisce l’ex presidente del Consiglio - è stata fatta in maniera solare e lineare". Infine, Berlusconi ironizza sul fatto che questa indagine sia partita dalla procura di Napoli, "una città - dice sorridendo Berlusconi - tranquilla e senza la presenza di criminalità...".
I senatori: nessun tentativo di compravendita Il presidente della commissione Difesa del Senato Sergio De Gregorio, che anche se non fa parte della pattuglia di senatori contattati perché ad inizio di legislatura era già passato dall'Idv di Di Pietro al centrodestra, è citato nell' inchiesta. "Non mi lascio intimidire", ha reagito, definendo "vergognoso che Repubblica parli falsamente di un contratto con Berlusconi" riferendosi, a suo dire, ad un "atto pubblico" nel quale, ha precisato il leader di Italiani nel Mondo, il suo movimento "viene riconosciuto come forza politica che riceve regolarmente finanziamenti da Forza Italia". De Gregorio se l'é presa con le intercettazioni e ha chiesto al Guardasigilli Mastella di intervenire. Il ritorno alla ribalta della vicenda ha spinto alcuni senatori del centrosinistra, a suo tempo contattati, a prender di nuovo posizione. Lamberto Dini ha confermato di aver mantenuto con il leader di Fi rapporti improntati "a correttezza e cordialità". Sulle stesse posizioni un altro senatore eletto all'estero, Luigi Pallaro, che ha riferito di incontri con un Cavaliere che si è comportato con "estrema correttezza". Irritato Pietro Fuda (gruppo Misto), che ha annunciato il ricorso alle vie legali per tutelare la sua immagine. "E' grottesco farmi apparire come oggetto di una compravendita", ha protestato Fuda rivendicando la sua lealtà all'Unione.
La replica dell'Anm: "Basta attacchi" Basta attacchi alla magistratura, che non è un’armata e "non è nè rossa, nè gialla nè bianca" ma "un’istituzione , che deve compiere fino in fondo il suo dovere nel rispetto delle altre istituzioni dello
Stato, ma anche dell’applicazione del principio di uguaglianza dei cittadini, di tutti i cittadini, di fronte alla legge". Così il segretario dell’Associazione nazionale magistrati Luca Palamara, replica al Cavaliere.
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