Berlusconi frena: «Sulla manovra tante perplessità»

Berlusconi frena: «Sulla manovra tante perplessità»

Roma«La manovra la stiamo valutando ma abbiamo molte, molte perplessità». Per la prima volta pubblicamente Silvio Berlusconi dice quello che in Transatlantico i deputati del Pdl ripetono ormai da giorni. Perché se il via libera alle misure anti-crisi non è mai stato in discussione, non c’è alcun dubbio che i malumori hanno ormai superato la soglia critica. Così - un po’ per tranquillizzare il partito e un po’ per allisciare un elettorato che inizia forse a sentire le sirene della Lega «di lotta» - il Cavaliere decide di smarcarsi e prendere le distanze.
D’altra parte, il dualismo con il Carroccio inizia a diventare un problema serio. Una convinzione che l’ex premier si è fatto dopo aver spulciato gli ultimi sondaggi di Alessandra Ghisleri con il Pdl al 25% e la Lega al 10. Tanto che il Cavaliere non esita a dire che «ciascuno cerca di portare a casa un po’ di voti», lasciando intendere che la linea anti-governativa di Bossi è dettata da ragioni elettorali. Con il Senatùr, annuncia Berlusconi, si incontreranno oggi a Roma. E magari riusciranno a fare il punto di un tira e molla che difficilmente potrà durare fino alla fine della legislatura senza contraccolpi. Anche se alle parole del Cavaliere replica a stretto giro il Senatùr: «Le cose si conquistano. Per una riappacificazione tra il Pdl e la Lega - dice - Berlusconi deve dare l’esempio in aula». Come a dire che se i due partiti continueranno ad avere posizioni diverse sarà dura non arrivare a una rottura.
Si vedrà nei prossimi mesi. Di certo c’è che domani il Pdl non si sfilerà dal voto di fiducia sulla manovra. Soprattutto dopo aver vinto con il Pd quella che alla Camera in molti definiscono la battaglia del viagra (uno dei principali farmaci che sarebbero passati al banco nel caso il governo avesse deciso di andare avanti nella liberalizzazione delle farmacie). Uno scontro che aveva visto in prima linea il segretario del Pd Pier Luigi Bersani che lo scorso 6 dicembre aveva inviato alle associazioni di categoria delle parafarmacia una lettera su carta intestata del Pd in cui si prendeva il merito della liberalizzazione. Che alla fine non c’è stata per l’opposizione del Pdl (con in prima linea Massimo Corsaro), con buona pace di Mario Monti che con il ministro Piero Giarda non avrebbe mancato di sfogarsi («dopo i taxi adesso saltano anche le farmacie....»). Chissà, forse sarà anche per questo che Berlusconi scrive su Facebook di volergli regalare «un grande vaso pieno di pazienza» che «è una virtù fondamentale quando si cerca di governare l’Italia».
Il Cavaliere parla anche della crisi. «Le autorità europee - dice - non la riescono a risolvere perché non hanno adottato le misure che servivano» come «quelle che riguardano la Bce» che dovrebbe diventare «una vera banca centrale». Intervistato dal settimanale francese Paris Match, Berlusconi parla anche della fine di Gheddafi: «La sua esecuzione sommaria mi ha colpito e angosciato.

La nuova Libia avrebbe dovuto assolutamente evitarla». Infine, un messaggio a chi aveva immaginato una sua uscita dalla politica: «Non sono un leader in pantofole. Smetterò quando l’Italia sarà davvero un Paese liberale».

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