RomaÈ un Silvio Berlusconi con lelmetto. Deciso al contrattacco su tutti fronti, il Cavaliere affronterà una volta per tutte la questione giustizia. Una medaglia dalla duplice faccia: la prima è la sua questione processuale; la seconda è il più generale funzionamento delle procure. Per quanto riguarda il primo punto, non senza qualche freno da parte di alcuni suoi consiglieri, Berlusconi insiste: «Voglio difendermi nel processo e dimostrare a tutti lassurdità delle accuse che mi hanno mosso». Da qui linvio dellavvocato Ghedini a concordare con la procura di Milano le presenze in aula. «Abbiamo proposto al presidente del tribunale di Milano Livia Pomodoro di celebrare i procedimenti solo il lunedì - spiega il legale del premier - Cè unattenzione fuori della normalità su di lui e dunque ritiene di scendere in campo in prima persona». Sarà nei «processi del lunedì», con tutti i riflettori addosso, che Berlusconi dimostrerà linconsistenza delle accuse e laccanimento dei pm di Milano. Svelerà il complotto in aula, davanti al mondo intero. Il fine delle opposizioni, per il premier, è sempre lo stesso: «Da anni cercano di farmi fuori con tutti i mezzi ma adesso basta». Poi, in un messaggio di saluto alla conferenza delle donne del Pdl, attacca: «La sinistra cerca di ottenere con scorciatoie mediatico-giudiziarie quello che non riesce a ottenere nelle urne».
Al di là della propria situazione processuale, Berlusconi è deciso a premere lacceleratore sulla più generale riforma della giustizia: «Nel consiglio dei ministri di giovedì presenteremo la riforma della giustizia cui sta lavorando il bravissimo Angelino Alfano - annuncia il premier nel corso di una telefonata a uniniziativa del Pdl ad Avezzana in Abruzzo - E sarà una riforma epocale». I principi cardine sono noti: separazione delle carriere tra giudici e pm, responsabilità civile dei magistrati, nuovo Csm. «Continuo a subire attacchi da 17 anni - dice il premier - e sono costretto a difendermi visto che ho il consenso degli italiani». Anche sul tema delle intercettazioni il Cavaliere non è affatto intenzionato a mollare: «Questo non è un Paese libero, è una cosa che non si può più accettare». Il pensiero vola al presidente della Camera che in passato aveva bloccato il provvedimento: «Facciamo bene ad andare avanti, Fini ce laveva impedito. Dobbiamo garantire ai cittadini che si possa tornare alla privacy doverosa in una democrazia».
Insomma, avanti tutta perché «la maggioranza, anche se meno numerosa di prima, è ormai assolutamente autosufficiente. Abbiamo i numeri per arrivare a fine legislatura e approvare le riforme». Non solo giustizia. «Cè la riforma tributaria a cui stiamo lavorando con sindacati e imprese. Siamo fermi a 40 anni fa con la normativa, a cui si sono sommate leggi su leggi e nemmeno i più bravi commercialisti riescono a capirci qualcosa». Poi il capitolo energia: «Dobbiamo procedere con decisione sul nucleare perché è lunica alternativa a petrolio e gas, oltre le rinnovabili». Anche perché «tutti i Paesi puntano sul nucleare, a partire da Cina e India».
Poi una stoccata alla sinistra: «Mentre noi nei sondaggi siamo ancora al 30,6% lopposizione dice solo bugie, menzogne». Ultimo caso: «Io non ho mai attaccato la scuola pubblica - dice il Cavaliere - Abbiamo difeso la scuola pubblica con le riforme mentre alla sinistra la scuola è servita solo come ammortizzatore sociale, come serbatoio politico».
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