Berlusconi insiste: «È follia cederla a queste condizioni»

«La cordata italiana si manifesterà dopo il voto». Veltroni teme lo stato di crisi e poi una speculazione

da Roma

Se i sindacati - compresa la Uil che ha lasciato il tavolo - considerano ancora quella con Air France l’unica trattativa aperta, Silvio Berlusconi va dritto per la sua strada. Boccia l’offerta della compagnia franco olandese: «È una follia cedere la compagnia di bandiera, con condizioni offensive». Doveva essere «un patto tra eguali, invece ci è stato proposto un assorbimento di Alitalia in Air France, il che non è in alcun modo accettabile». E conferma la cordata italiana. Una manifestazione di interesse da parte di un gruppo di imprenditori italiani che faccia un’offerta su Alitalia - assicura - «non può manifestarsi adesso», ma «prevedo e auspico» che «si manifesterà dopo il voto». In ogni caso, riconosce il candidato premier del Popolo delle libertà, il «problema Alitalia cadrà sul mio governo: io avrei anche potuto dire al governo Prodi "chiudete con Air France, la colpa è vostra", ma responsabilmente ho ritenuto doveroso intervenire e mi sono rivolto agli imprenditori italiani, ricevendo moltissime telefonate». Per il momento in campo c’è però solo Air France. E Gianfranco Fini individua la responsabilità nell’esecutivo uscente: «Accusiamo politicamente il governo di aver precostituito in qualche modo le condizioni perché al termine della trattativa ci fosse un solo interlocutore al tavolo.
Prospettiva opposta a quella del candidato premier del Partito democratico, Walter Veltroni, che si chiede se qualcuno cerchi di «mandare via Air France, assumendosi una bella responsabilità. Non vorrei che si arrivasse allo stato di crisi di Alitalia e poi qualcuno se la compra per poche lire. È già successo in questo Paese».
A favore dei francesi anche il resto del Pd. Il presidente del Senato, Franco Marini, da ex sindacalista, auspica un «confronto duro e approfondito» che però porti ad un’intesa. Posizione, simile a quella della Cisl, mentre nelle parole del ministro del Lavoro, Cesare Damiano, c’è in trasparenza la posizione della Cgil. «Noi abbiamo con Air France l’unica offerta presente sul tavolo. Altre offerte sono offerte fantasma agitate in un clima preelettorale». Ma la partita non dipende però solo dai sindacati e dalla politica. Quindi il centrosinistra si rivolge ad Air France: «Nessuno può dire prendere o lasciare», avverte Damiano riferendosi al piano di Air France, che per il momento non viene modificato.


Più drastico Fausto Bertinotti, candidato premier della Sinistra arcobaleno, secondo il quale «l’intervento di Air France finora non è stato all’altezza della situazione». Pessimista la conclusione: «Penso che Alitalia dovrebbe trovare una soluzione in Italia e mi pare che l’imprenditorialità italiana fin qui non abbia brillato».

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