Roma - Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, torna a ribadire che ricucire lo strappo con il presidente della Camera Gianfranco Fini non dipende da lui, che sono improponibili ritorni a formule di governo del partito che richiamino quelle dei suoi componenti e che una scissione del Pdl sarebbe contraria alle stesse ragioni per cui è nato.
I rapporti con Fini Quando gli viene chiesto se riuscirà a trovare una quadra con Gianfranco Fini, Berlusconi risponde soltanto: "Speriamo di sì, ma non dipende da me". Poi, però, il premier ricorda che "il Pdl è nato con l’ambizione di rappresentare tutti gli italiani che non si riconoscono nella sinistra. Parlare di scissione mi sembra il contrario di questa volontà e aspirazione. Il mio augurio è che tutti coloro che si sentono lontani dalla sinistra possano ritrovarsi nel Pdl". Eppure, Berlusconi sente di "non aver nulla di rimproverare a nessuno. Si tratta - spiega - di superare momenti magari negativi ma che però non hanno fondamento alcuno nella realtà del nostro partito, che ha avuto un congresso trasparente, che ha approvato uno statuto e che affida ai differenti organi la responsabilità di certe decisioni. Questo - insiste Berlusconi - è sempre avvenuto con successo: credo che tutto si possa migliorare ma credo anche - aggiunge il premier - che non si possa prescindere dal sistema della democrazia delle decisioni che è stato introdotto nel partito. Ritorni al passato o a formule politiche come quelle di alcuni nostri componenti, che non prevedevano democrazia ma in cui c’era un leader che decideva tutto non sono possibili".
Ultimo passaggio dell’intervista dedicato al rapporto con la Lega. "Bossi - sancisce Berlusconi - è l’unico alleato che abbiamo e ha sempre dimostrato saggezza, acutezza politica e assoluta lealtà; che Dio ce lo conservi e sono sicuro che ce lo conserverà".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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