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Berlusconi: "Io in politica per evitare che i comunisti prendessero il potere"

Il Cavaliere, in un'intervista a The Atlantic: "Ho incontrato più profittatori nella politica che nella mia vita di imprenditore". Sulle cene ad Arcore: "Tutto normale. Mi hanno calunniato"

Berlusconi: "Io in politica per evitare che i comunisti prendessero il potere"

Ribadisce la sua intenzione di essere il padre nobile del Pdl e di sostenere il nuovo leader Angelino Alfano, fa autocritica e respinge con forza le "storie assurde e inventate" sulle cene ad Arcore. 

Silvio Berlusconi parla a 360 gradi in un'ampia intervista rilasciata a The Atlantic e ribadisce ancora una volta che intende essere "il padre nobile, il padre fondatore" del Pdl e si dice pronto a impegnarsi a sostenere Alfano per il quale "organizzerò il sostegno di cui ha bisogno".

L'ex presidente del Consiglio parla della crisi economica che attanaglia l'Europa e l'Italia, precisando però che "lo stato italiano è indebitato, ma i cittadini, le famiglie e le compagnie italiane sono ricche".

Sul fatto che il governo tecnico di Mario Monti sia stato nominato per fare le riforme che il suo governo non è riuscito a fare, il Cavaliere fa autocritica e afferma: "È colpa mia ed è colpa degli italiani. E' colpa mia perché io non sono stato capace di persuadere il 51% degli italiani a darmi il voto. È colpa degli italiani perché dividono il loro voto, spargendolo tra molti partiti minori".

Poi l'ex premier torna sul tema delle cene ad Arcore e puntualizza: "Non c’è nulla per cui devo chiedere scusa. Tutto quello che ho fatto era assolutamente normale, assolutamente legittimo. Durante le mie cene vi era la presenza esteticamente confortante di belle ragazze, ma tutte quelle erano normali cene. Molte storie assurde sono state inventate, io non posso fare in privato cose che non sono corrette, io devo essere assolutamente corretto. E questo è il comportamento che io ho mantenuto. Non ho fatto nulla. Sono gli altri che mi hanno calunniato, che hanno mentito riguardo alle cose che faccio".

E questo, secondo Berlusconi, gli italiani lo sanno: "Mi conoscono, sanno che sono corretto, sono una brava persona, rispettoso degli altri, non credono che quello che è scritto sui giornali sia vero". E poi non poteva mancare l'ironia sull'argomento: "Io non sono un Playboy, sono un play-uomo, l’unica cosa di cui non mi hanno mai accusato è di essere gay, sia chiaro che non ho nulla contro i gay, anzi il contrario, ho sempre pensato che più gay ci sono in giro, minore è la competizione".

Berlusconi ha parlato anche del passato più lontano, tornando all'origine del suo ingresso in politica e spiegando che: "Ci sono entrato, non perché la amassi, ma perché ho dovuto. Avevo paura che i comunisti prendessero il potere nel nostro paese".

Nella politica, rivela il Cavaliere, "ho incontrato più ingrati e profittatori che nella mia vita di imprenditore".

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