Roma - Protocollo disatteso, senza dubbio. Perché quando Berlusconi lascia «l’amico Josè Luis alle domande dei giornalisti sulla visita dal Papa» è lo stesso Zapatero a rimanere più che interdetto. Il Cavaliere abbandona il podio della sala delle Galere di Palazzo Chigi dove i due hanno appena messo al corrente la stampa sull’esito del loro faccia a faccia. Lo fa con una battuta su San Zapatero («lo saluto come un santo, avendo appena avuto la benedizione del Papa è in uno stato di assoluta grazia») e con il premier spagnolo che rimane qualche secondo a fissare Berlusconi che si allontana. Poi lascia la sala anche lui per un breve conciliabolo lontano da occhi indiscreti mentre si procede a un veloce cambio di scenografia. Via la bandiera italiana e via alla conferenza stampa tutta spagnola sulla visita di Zapatero in Vaticano.
Con giallo però. Già, perché l’espressione del leader del Psoe è eloquente e perché dopo le dichiarazioni alla stampa erano previste due domande a testa per i cronisti spagnoli e quelli italiani. Ma soprattutto per il precedente di settembre alla Maddalena, quando dopo il bilaterale Italia-Spagna un giornalista di El Pais chiese al Cavaliere del giro di veline ed escort e Berlusconi rispose come un fiume in piena. Avrà temuto una replica, ipotizza qualcuno. Prendendo decisamente sottogamba la capacità comunicativa del Cavaliere, uno che difficilmente dice cose a caso. All’eventuale domanda scomoda sulle intercettazioni, per capirci, avrebbe potuto rispondere nel merito oppure limitarsi a dire che non erano state argomento del bilaterale con Zapatero. Punto. Altrimenti non si vede come mai i primi a fare domande nella delicata conferenza stampa per spiegare la manovra insieme a Tremonti sono stati Il Fatto (due diverse con due giornalisti diversi) e Ballarò (testate non certo tenere con il premier).
Probabile, dunque, che il giallo sia frutto di un fraintendimento. Nel senso che è piuttosto inusuale che un primo ministro europeo incontri prima il Papa e poi il presidente del Consiglio, perché il bon ton diplomatico impone di dedicare la visita esclusivamente al Pontefice. Tanto che Zapatero ha dovuto chiedere il via libera della Segreteria di Stato prima di confermare l’appuntamento con il Cavaliere. Di qui l’agitazione di organizzare una conferenza stampa ad hoc per il premier spagnolo, in modo da fargli fare il punto sul faccia a faccia con il Papa. Ed è solo per questo - «come atto di cortesia», spiega Bonaiuti - che «ha lasciato la sala», così da «dargli la possibilità di svolgere autonomamente la conferenza stampa». Insomma, assicura il portavoce di Berlusconi, «nessun giallo» e «nessun mistero». Anche se l’espressione di Zapatero dimostra che quantomeno non era stato messo al corrente della scaletta prevista dal cerimoniale.
Detto questo, di certo l’incontro tra i due è stato più che cordiale. Come il commiato, visto lo scambio di baci e abbracci quando i due si sono salutati. Un faccia a faccia nel quale si è affrontata soprattutto la crisi economica. «L’Italia e la Spagna sono d’accordo sul fatto che l’Europa si è comportata bene nella difesa dell’euro, che è la nostra moneta e che dobbiamo difendere dagli attacchi della speculazione internazionale», dice il Cavaliere. Con Zapatero che chiosa che «per rafforzare la moneta unica non c’è una via di uscita nazionale ma europea».
L’Ue «si è comportata bene» ma, aggiunge Berlusconi, per il futuro serve «una governance molto precisa». «Noi - conclude il premier italiano - guardiamo con fiducia alla Spagna e al suo debito pubblico limitato. Sono invidioso perché il nostro è il doppio».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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