Politica

Berlusconi al lavoro per «rifondare» Forza Italia

Il Cavaliere: basta con le alchimie centriste, serve un nuovo partito moderato che ritrovi lo slancio del ’94

da Roma

Silvio Berlusconi prepara la sua nuova sfida politica. Ed è pronto a lanciare un segnale politico forte per il rilancio del centrodestra. «Non voglio affatto fare il partito della leadership. Mi voglio rivolgere direttamente agli elettori moderati e ripartire con lo spirito del ’94 quando Forza Italia non esisteva e poi invece abbiamo vinto le elezioni». È con questi propositi che il leader azzurro lancia l’idea di dare vita a una nuova Forza Italia, un partito dei moderati che sostituisca il progetto del partito unico caduto sotto i colpi e le perplessità di Pier Ferdinando Casini e Gianfranco Fini. Un nuovo soggetto che nasca nel solco fortunato e fecondo della «discesa in campo» di 12 anni fa.
Il progetto è stato esposto durante la cena che il Cavaliere ha tenuto lunedì sera con Umberto Bossi nel canonico ritiro di Arcore. Un’occasione in cui i due hanno convenuto che non si farà il partito del Nord con la Lega anche se il rapporto preferenziale con il Carroccio rimarrà invariato. Anzi verrà rafforzato perché, a detta del Senatùr, «non si può deludere questo nostro Nord che ci ha sostenuto massicciamente al referendum». Il ragionamento di Berlusconi, invece, sarebbe stato il seguente: «Fini e Casini mi hanno detto che non c’è più la Cdl e ognuno è leader del suo partito? Bene e allora io fondo un nuovo partito, quello dei moderati. Tutti devono rendersi conto che Forza Italia ha preso il 24% dei voti e dai sondaggi in mio possesso siamo passati al 27%. Questo è un patrimonio che non va sprecato soprattutto davanti a un governo così diviso». Quindi da settembre via libera al lavoro preparatorio del nuovo partito che punterà a essere operativo e competitivo per le elezioni europee del 2009. Un prima esplorazione Berlusconi l’ha affidata a Denis Verdini, il quale spiega «di aver fatto un lavorone» concentrandosi in particolare sull’analisi delle realtà territoriali del partito. La seconda fase, quella organizzativa, prenderà le mosse dopo la pausa estiva.
La mossa di Berlusconi è anche figlia di una preoccupazione che continua ad agitare i suoi pensieri: l’allentamento del vincolo di fedeltà con la coalizione dell’Udc. «Non è possibile che questi qui pensino a fare l’alta politica, le alchimie al centro, quando è urgente rimettere in campo una opposizione unita ed efficace e rilanciare lo spirito di coalizione» avrebbe detto il leader di Forza Italia. L’ex premier sarebbe stato invece molto più benevolo nei confronti di An e di Gianfranco Fini. «Non è Alleanza nazionale ma il partito di centristi - avrebbe detto Berlusconi - che mi preoccupa. Quando parlano di un partito del centro che punti al 15% e non riconoscono la mia leadership vuol dire che pensano già oltre la Cdl. La verità è che certe volte mi viene il dubbio che pensino solo a se stessi e non più alla coalizione». La ritrovata sintonia del Cavaliere con An è confermata anche da alcuni fonti di Via della Scrofa. «Berlusconi s’è accorto - confida un “colonnello” aennino - che ormai tra Fini e Casini non c’è più la sintonia del passato e cerca legittimamente di allargare il fossato tra i due. Del resto, nel loro ultimo incontro Gianfranco è riuscito a convincere Berlusconi che non si andrà al voto prima delle europee. In tal senso l’annuncio di una Fiuggi 2 non va contro il partito unitario. C’è tempo sia per rafforzare la destra che per rilanciare l’unità della coalizione. Diverso è l’atteggiamento dell’Udc che vuole far durare il governo il più possibile, allo scopo di indebolire la leadership di Berlusconi». Alle perplessità dell’ex premier sulle grandi manovre centriste risponde Marco Follini. «A Berlusconi mi permetto di segnalare che il problema non è l’Udc ma la coalizione nel suo complesso. Il tema è come impostare un’opposizione che sia seria e incalzante prima ancora che unitaria.

Finora è mancata un’idea chiara e convincente di opposizione».

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