«Berlusconi leader del nuovo partito Farò la campagna elettorale per lui»

«Berlusconi leader del nuovo partito Farò la campagna elettorale per lui»

«Benissimo». Roberto Formigoni accoglie con entusiasmo il Partito del popolo della libertà lanciato da Silvio Berlusconi. Il presidente della Regione chiedeva da tempo un gesto di novità nella Cdl e adesso che è arrivato non piange sullo scioglimento del partito azzurro: «Forza Italia ha il dovere di rinnovarsi per essere sempre più vicina alle esigenze degli elettori».
Berlusconi ha detto che la corsa per la leadership è aperta a tutti. Parteciperà alle primarie?
«Alle prossime primarie il mio candidato si chiama Silvio Berlusconi e questo sia chiaro. Ho sempre detto che il leader è lui, lo confermo a maggior ragione oggi che ha dimostrato la sua capacità di innovazione. Farò campagna elettorale per lui. Quando poi ascenderà a più importanti incarichi, allora sì che sarò candidato a quelle primarie».
Nel concreto che cosa cambia con la nascita del Popolo della libertà?
«Parte un lungo lavoro. Berlusconi ha lanciato un nuovo duro programma, una lunga fatica. Adesso dobbiamo costruire il partito e arricchirlo di contenuti. L’ideale è la libertà, l’ancoraggio è il Partito popolare europeo. Tradurre nel concreto significa buono scuola, libertà di scelta in sanità, valorizzazione delle famiglie, semplificazione burocratica, insomma la sussidiarietà che abbiamo realizzato e stiamo realizzando in Lombardia».
Pensa di dare un segnale di novità sostituendo uomini e strategie in Lombardia?
«La Lombardia ha le carte in regola per essere all’avanguardia. Forza Italia qui è pacificata ed è antesignana del partito nuovo che Berlusconi vuole costruire. In Regione non cambia nulla. L’unico cambiamento non riguarderà le persone ma le riforme, che saranno ancora di più».
Berlusconi chiede di modificare la legge elettorale e tornare al voto. Lei è d’accordo o vorrebbe una trattativa più ampia sulle riforme?
«È esattamente quel che penso anche io e in questi mesi con Berlusconi ne ho parlato diverse volte. Chi in questi anni ha contestato il bipolarismo di guerra e cercato alleanze più vaste? Certamente noi in Regione Lombardia. Ho voluto e voglio confrontarmi con gli altri per metodo, non per bisogno di voti. E il dialogo deve essere il metodo di questo nuovo partito. Il bipolarismo ci ha portato al blocco, Berlusconi dice il vero e da abile politico realisticamente prende atto della situazione».
In questo scenario le possibilità per la Lombardia di ottenere il federalismo aumentano?
«Domani (oggi per chi legge, ndr) avremo il secondo incontro con il governo e cominceremo a entrare nel merito delle dodici materie.

Questa svolta di Berlusconi svelenisce il clima e mi auguro che anche il centrosinistra contrario al federalismo possa essere meno contrario. Noi andremo avanti come sempre».
Come valuta lo statuto uscito dalla commissione?
«Mi sembra che vada in una buona direzione, ma bisogna ancora lavorare parecchio».

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