Berlusconi: «Mollare? Non ci penso proprio Sono soltanto all’inizio»

nostro inviato a Firenze

Tre appuntamenti pubblici in un giorno e nemmeno una parola sulle vicende che ormai da un mese dominano la campagna elettorale. Sul caso Noemi, infatti, Silvio Berlusconi ci torna solo con qualche battuta ironica, dando una sterzata netta e concentrandosi esclusivamente sull’azione di governo. Una scelta ragionata, per cambiare passo ma anche per raccogliere l’appello di Giorgio Napolitano a usare «toni più misurati» e «atteggiamenti più ponderati». Parole che il Cavaliere – questo dice ai suoi collaboratori – è «pronto a sottoscrivere». Il tutto condito da una vera e propria full immersion tra la gente, visto che il premier non si sottrae al bagno di folla, né durante la parata del Due Giugno a Roma né nei due appuntamenti elettorali di Firenze e Prato. Perché, dice a una signora che gli stringe la mano ai Fori Imperiali, «non ho nessuna intenzione di mollare». Anzi, «siamo solo all’inizio».
Berlusconi, insomma, è più che mai deciso ad andare avanti, convinto che il dopo elezioni metterà la parola fine a questo ultimo mese di polemiche e gossip. «Quando vedranno nero su bianco che Pdl e Lega insieme superano il 50% – ripete in privato da qualche giorno – dovranno farsene una ragione tutti». Anche Franceschini che «è ormai diventato la quinta colonna della sinistra». Rinnegando il suo passato democristiano, è il sottotesto, per diventare un sostenitore della linea intransigente. È anche per questa ragione che il Cavaliere torna a ribadire che «con Bossi c’è un’alleanza saldissima». Perché l’asse Pdl-Lega è la garanzia che la maggioranza di governo potrà far quadrato davanti al fuoco di fila dell’opposizione. Non è un caso che Berlusconi e il Senatùr abbiano deciso di chiudere insieme la campagna elettorale a Milano.
Parata militare a parte, dunque, la giornata di Berlusconi è quasi un ritorno ai tempi della campagna elettorale. Bagno di folla, abbracci, strette di mano e pure un gruppetto di contestatori organizzati a Prato. Ma, dice Denis Verdini, «erano quattro gatti» e «per essere nelle roccaforti rosse è andata più che bene». A Roma – dopo essere arrivato alle celebrazioni del Due giugno con 15 minuti di ritardo causa il torcicollo («ha dovuto fare un’iniezione», spiega Ignazio La Russa) – si concede una battuta sulla vicenda Noemi quando un bambino gli dice che a breve avrebbe festeggiato il compleanno. «Sai cosa? In questo periodo – scherza – andare alle feste di compleanno e ai battesimi non butta bene: chissà cosa si inventano. Allora è meglio se ti faccio gli auguri qui».
Il bis arriva a Firenze, quando duetta con il candidato sindaco del Pdl Giovanni Galli che lo ringrazia per la sua presenza. «Con te avevo preso un impegno e sono uno che mantiene le promesse, anche per andare ad una festa di compleanno...». Scherza anche con Paolo Bonaiuti, seduto in prima fila, perché la decisione di venire a Firenze è stata anche il risultato del suo pressing insistente. «Con Paolo – dice – ci alleniamo ogni giorno alla conquista del paradiso». E allunga il polso sotto il naso di Galli: «Senti? È profumo di santità».
Poi, via a parlare dell’azione di governo e dell’Europa («la grande assente di questa campagna elettorale»). Il premier annuncia «una grande riforma della sicurezza» per estendere «la presenza dei militari nelle città». Ci sono circa 100mila militari in servizio effettivo e, spiega, 30mila di questi «servono per le missioni estere». Insomma, «ci rimangono 70mila uomini e noi sappiamo che questi soldati sono felici e più realizzati quando possono essere utili per il Paese».
Il Cavaliere fa anche un primo bilancio del terremoto in Abruzzo («faremo in modo che a novembre tutte le 63mila persone coinvolte nel sisma abbiano un tetto») e dei respingimenti («una politica che sta funzionando perché sono 15 giorni che non sbarcano clandestini sulle nostre coste»). Duro, invece, con l’Europa a cui «serve un drizzone».

Il Parlamento Ue, spiega, «ha la brutta abitudine di legiferare su tutto anche sulla lunghezza del gambo dei carciofi e sulla curvatura delle zucchine». E ha «prodotto lacci e laccioli che sono stati di impedimento per le imprese» creando loro «molti problemi».

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