da Roma
Come tanti pellegrini in cerca di una grazia, gli aspiranti ministri sfilano uno dopo laltro nella residenza romana di Silvio Berlusconi, presentando le proprie istanze. Laccoglienza del presidente del Consiglio in pectore è quella di sempre, cortese, affabile, scherzosa. Ma rispetto a qualche giorno fa i «no» iniziano a perdere le sfumature dei «forse», dei «se sarà possibile» e dei «vedremo» e diventano più rotondi e diretti.
Fin dalla tarda mattinata il tourbillon di visite è continuo. Il leader del centrodestra riceve in via del Plebiscito il commissario straordinario per lemergenza rifiuti, Gianni De Gennaro, e poi si trattiene a colazione con Luca Cordero di Montezemolo. Lex capo della polizia illustra a Berlusconi il quadro del precario sistema di raccolta rifiuti in Campania, a meno di dieci giorni dalla scadenza di un mandato che potrebbe essere prorogato di un paio di mesi. Con lex presidente di Confindustria lattenzione si sofferma invece sul dossier Ermolli e sulla situazione di Alitalia. Ma, soprattutto, al presidente della Fiat Berlusconi prospetta un incarico non da ministro ma da ambasciatore del Made in Italy. «Sarai il nostro fiore allocchiello nel mondo, con i successi che hai riportato» gli spiega il premier in pectore. Un incarico sul quale sarebbe stato raggiunto un accordo di massima.
Il resto della giornata è dedicato alle limature necessarie a comporre la squadra di governo. Una trattativa ancora dura e serrata che Berlusconi continuerà nella giornata di oggi. Lobiettivo è quello di uscire dallo stallo che ancora contraddistingue due caselle: quelle del Welfare e della Giustizia. An, infatti, continua a rivendicare il ministero di peso che sarebbe toccato al nuovo sindaco di Roma, in caso di sconfitta. Ma non dovrà essere necessariamente il Welfare, basta che si tratti di un dicastero di pari livello. Berlusconi però non è daccordo. La poltrona di primo cittadino della Capitale e la presidenza di Montecitorio, ragiona il Cavaliere, sono una «remunerazione sufficiente», visto che ad esse si aggiungono le Infrastrutture (per Altero Matteoli) e la Difesa (per Ignazio La Russa) con laggiunta di un incarico per Adriana Poli Bortone (che prenderebbe o Politiche comunitarie o Pari opportunità). Per sciogliere questo nodo si sta pensando di procedere con una compensazione alternativa, ovvero con una più nutrita pattuglia di viceministri per Via della Scrofa. I nomi possibili sono quelli di Alfredo Mantovano, Adolfo Urso e Mario Landolfi. Oltre al portavoce del partito Andrea Ronchi, spendibile in un dicastero di rango. Al Welfare dovrebbe quindi andare lazzurro Maurizio Sacconi.
Laltro nodo riguarda la Giustizia. In pole position resta Elio Vito ma quella casella continua ad entrare nel totonomine e non cè ancora un candidato sicuro. Per sbloccare il braccio di ferro, Berlusconi ha discusso con Ignazio La Russa la possibilità di assegnarla ad An ma questultimo non avrebbe accettato lo scambio Welfare-Giustizia. A questo punto sono tornate a salire le quotazioni di Marcello Pera. Lex presidente del Senato è incerto se accettare o meno e, in caso, vorrebbe poter procedere a un programma di intervento profondo sulla materia e non ha ancora concesso la sua disponibilità.
Ci sono, poi, tanti «nodi minori» da sciogliere. Tra questi la destinazione di Stefania Prestigiacomo, poco interessata a tornare alle Pari Opportunità. Per lei si starebbero schiudendo le porte del ministero dellAmbiente che sarà autonomo e non accorpato con le Infrastrutture. In questultimo ministero potrebbe sedere come vice di Matteoli, Guido Possa. Ma per lingegnere milanese, ex compagno di scuola del leader del Pdl, ci sarebbe anche lipotesi di un ministero per lEnergia tutto per lui da cui sviluppare un piano per il ritorno al nucleare. Unipotesi di cui Berlusconi e Possa avrebbero parlato in un colloquio privato.
In una giornata fittissima di mini-summit cè spazio anche per i «cespugli» del Pdl, ovvero il leader del partito dei Pensionati, Carlo Fatuzzo, il segretario Pri, Francesco Nucara, e il leader del Nuovo Psi, Stefano Caldoro. A Palazzo Grazioli viene ricevuto anche il segretario della Nuova Dc, Gianfranco Rotondi. «Con Berlusconi - spiega - abbiamo raggiunto un accordo».
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