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Berlusconi non ci sta più: «Sono stanco di prenderle...»

Lo sfogo-verità gli esce rispondendo a una domanda sulla tangentopoli di Bari, quell’intreccio tra regione Puglia, criminalità organizzata e partiti del centrosinistra all'esame della magistratura. «È un’inchiesta interessante, vedremo quello che verrà fuori. Mi sono stancato di prenderle soltanto...». Combattivo come «un torero che non ha paura di nessuno», determinato a non farsi schiacciare da una nuova ondata di polemiche, Silvio Berlusconi inaugura Milano Unica, la fiera del tessile, incitando i colleghi imprenditori a «fare squadra contro la crisi», sfuggire la logica del «tutti contro tutti» e trasformarsi come lui in «missionari dell’ottimismo e della fiducia». Ma soprattutto a conficcare banderillas sul groppone dei «tori inferociti che ci attaccano».
È lungo l’elenco stilato dal premier matador. Ci sono «quelli che fanno il tifo per la crisi», compresi vari giornali italiani e stranieri «che diffondono paura» sui quali tempo fa Berlusconi sconsigliò gli imprenditori di fare pubblicità. Ci sono giornali, sempre loro, gli stessi che fanno il malaugurio, che sparlano di dittatura «mentre, di solito, i dittatori prima censurano i giornali e i giornalisti che scrivono cose contro di loro, poi chiudono le testate. Qui invece la libertà di stampa è diventata libertà di mistificare, di insultare, di diffamare, di calunniare, e quindi questa non è propriamente una dittatura».
E poi ci sono altri avversari di lunga data, i giudici. «So che ci sono fermenti di procure a Palermo a Milano, si ricominciano a guardare a fatti del ’92, ’93, ’94»: fascicoli che riguarderebbero presunti rapporti tra mafia e politica aperti dopo le dichiarazioni di boss pentiti. «Follia pura», taglia corto Berlusconi. Che aggiunge: «Quello che mi fa male è che gente così, con i soldi di tutti, faccia queste cose cospirando contro di noi che invece lavoriamo al bene del Paese».
Nella sua Milano, tra i «suoi» imprenditori che lo sommergono di applausi nonostante il ritardo («sono stato bloccato dal traffico della tangenziale, ma salendo ora in ascensore con il sindaco Moratti abbiamo deciso di costruirne un’altra»), il Cavaliere toreador appare rinfrancato. Parla a ruota libera e scherza sulle polemiche degli ultimi mesi: «Parlano di moralità politica perché Bossi va a Miss Padania e perché io ho fatto qualche cena simpatica. A proposito, ho perso una taglia». Zero cene da settimane. «Una notizia cattiva per voi perché userò meno stoffa e una buona perché mi rifarò il guardaroba». Con l’ennesima stoccata a Repubblica: «Sono gli unici a ripetere che sono malato. Figuratevi che cosa avrei fatto se fossi sano. I sondaggi dicono che il mio gradimento è al 68,4 per cento. Sapete perché gli italiani hanno fiducia in me? - domanda alla platea dei tessili -. Non solo perché sono giovane e bello, e sono un imprenditore, e in quanto tale è certo che non ho bisogno di rubare. Ma credono in me perché sanno che i catto-comunisti non riusciranno a mettere in atto i loro piani».
Il messaggio agli industriali è chiaro: fare leva sui segnali di ripresa economica. Berlusconi non si aggiunge al partito anti-banche: «Mio padre era dirigente di un istituto - ricorda - e mi ripeteva sempre che le banche devono fare buon credito, non cattivo credito, perché lavorano con i soldi dei risparmiatori. Non dobbiamo accusare indiscriminatamente il settore creditizio, anche perché le aziende che non hanno avuto risposte alle loro domande di liquidità sono una percentuale minima». Il premier fa argine attorno al sistema bancario anche in materia di bonus: più che mettere un tetto agli stipendi dei manager «è più efficace la lotta alla speculazione finanziaria. Un tema che dev’essere affrontato al G20 di Pittsburgh».
La difesa delle banche non suona come sconfessione di Giulio Tremonti, «difficile genio che aveva previsto la crisi» e ha coordinato gli interventi del governo come la finanziaria triennale e i provvedimenti per evitare il fallimento degli istituti di credito. Tra le nuove misure anti-crisi, Berlusconi preannuncia la defiscalizzazione dei contratti aziendali: «Entro due o tre settimane convocherò un tavolo per discuterne». E anche un impegno straordinario in Europa a favore del made in Italy: «Ho avviato contatti con i miei colleghi per individuare commissari che non siano dell'altra parte politica. Dobbiamo difendere i prodotti di eccellenza e fare una guerra contro la contraffazione».
Tra l’emergenza Abruzzo («a dicembre daremo un tetto, e che tetto, a 30mila sfollati») e la nuova emergenza rifiuti che potrebbe aprirsi in regioni come Lazio, Calabria e Sicilia, Berlusconi dà anche due annunci che riguardano il Pdl: primo, Roberto Formigoni sarà ricandidato alla guida della regione Lombardia; secondo, «con Gianfranco Fini è tutto a posto, non c’è nulla».

Il governatore ha gradito, il presidente della Camera no.

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