Roma - Crederci ci crede zero. E fosse per lui avrebbe già fatto saltare il banco da giorni, non solo quello di una maggioranza che in privato definisce «dimezzata» ma pure quello di un Pdl da «rilanciare». Berlusconi, però, sa bene che lo scontro finale resta comunque congelato fino a settembre, quando riaprirà i battenti il Parlamento, e che fino ad allora non avrebbe alcun senso dare sfogo alla tentazione di fare e dire davvero quel che pensa. Insomma, si accomodino pure le colombe, nel tentativo di un ultimo disperato recupero di Fini, magari proponendogli un documento programmatico di legislatura su alcuni punti specifici. Soluzione che a Berlusconi piace più o meno quanto il brodino che prende da quando qualche giorno fa ha iniziato la solita dieta estiva. Con la differenza che almeno quello lo digerisce senza problemi.
Non a caso, quando i giornalisti lo intercettano a piazza Farnese al termine di un pranzo a casa di Previti, alla domanda sui destini della maggioranza e su un ipotetico documento programmatico da presentare a Fini risponde facendo spallucce: «Che succede? Quello che scrivete voi. Siccome la realtà è quella che raccontano i giornali, allora io leggo i giornali e mi adeguo alla vostra realtà». Un pizzico polemico verso i media, ma sorridente e decisamente di buon umore come non lo si vedeva da giorni. Tanto che prima di rientrare a Palazzo Grazioli, camicia blu e maglioncino sulle spalle, si concede una sosta nei consueti negozi di Corso Vittorio per fare un po’ di shopping.
Se in pubblico preferisce non parlare, in privato il Cavaliere fa i ragionamenti di sempre. A conferma che nonostante i pontieri siano al lavoro la speranza che si arrivi a una tregua è ridotta al lumicino. E infatti incontrando Storace a via del Plebiscito Berlusconi torna a parlare di elezioni anticipate. Non prima, però, di uno scambio di battute. «Ti trovo sovrappeso», gli dice il premier. E Storace lo rassicura: «Tranquillo, appena si comincia con i comizi mi metto a dieta». Scontato che nel caso si andasse alle urne Pdl e Destra sarebbero alleati perché, spiega l’ex colonnello di An, «ora non c’è più Fini che può mettere veti». Poi, inevitabilmente, il discorso si sposta sul presidente della Camera e sulla vicenda della casa di Montecarlo. Non è bello - è il senso del ragionamento del Cavaliere a Storace - che i beni di un partito siano venduti in questo modo, non è un comportamento morale. Sul punto, peraltro, nei giorni scorsi e sempre in privato Berlusconi era stato ben più duro dicendo chiaro e tondo che Fini dovrebbe dimettersi.
Tutto fermo, dunque. In attesa di vedere dove porterà l’inchiesta su Montecarlo e della ripresa dei lavori parlamentari. Con l’obiettivo di stringere le fila di deputati e senatori, per evitare il rischio sfilacciamento nel caso si arrivi alla crisi di governo. Questa, infatti, sarebbe la seconda legislatura consecutiva a chiudersi dopo poco più di due anni e quindi c’è da scommettere che saranno molti i parlamentari tentati da ipotesi di governi tecnici pur di non perdere stipendio e poltrona.
Intanto, però, avanti ad accelerare la spinta movimentista del Pdl, perché la macchina del partito sul territorio deve partire subito per non farsi trovare impreparata nel caso di uno show down improvviso. D’altra parte, il Cavaliere continua a ripeterlo: «Le opzioni sono due: o si governa o si vota».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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