Berlusconi non si arrende: «Sarà guerra»

Cosa sta accadendo lì dentro? Fuori da quel palazzo logorroico che si ostinano a chiamare politica non c’è neppure più voglia di capire. Vince l’indifferenza, la stanchezza, la noia, il disgusto. Quelli chiacchierano e non succede mai nulla. Bossi incontra Fini e dice che l’Udc può anche andare al mare. Fini prima chiede un nuovo patto di maggioranza, un Berlusconi bis, poi alza di nuovo la posta: Silvio no, Tremonti, Maroni, tutti tranne lui. Trattative, patti, vertici, discorsi, il Quirinale che dice?, crisi pilotata, al buio, all’amatriciana e fumo, tanto fumo. La cronaca che arriva da lassù appare ogni giorno più surreale. Forse, loro, onorevoli e senatori, ministri e capibastone non se ne sono accorti, ma sono mesi che si stanno parlando addosso.
Eppure la soluzione dovrebbe essere semplice. Se Berlusconi non ha più una maggioranza si va al voto. Stop. Ammesso che poi la partita sia chiusa, perché i numeri vanno dimostrati e magari qualcuno in Parlamento che non ha voglia di tornare a casa si trova. Il resto sono solo parole. Tanto una cosa qui l’abbiamo capita. Lassù nel Palazzo non c’è un’alternativa credibile. Non c’è un’altra maggioranza. O se c’è, se davvero Bossi, Fini, Casini e Tremonti possono trovare un accordo, allora lo facciano. E se ne assumano la responsabilità. Basta. Basta con questi tatticismi, questa melina da furbetti, questa partita a scacchi. È retorica? No, a questo punto è solo buon senso. Come cantava tanti anni fa Rino Gaetano: Nuntereggae più.
La beffa è che qui si fa finta di fare politica. Si parla di libertà e partecipazione, di famiglie e lavoratori, di soldi e solidarietà, di valori non in vendita. Castronerie. Qui di alto e nobile non c’è nulla. Questa è la solita vecchia storia delle poltrone e del potere piccolo e meschino. Fate quello che volete, ma fatelo in fretta. Gettate la maschera. Tanto lo sappiamo di cosa si sta parlando. Tutti questi arabeschi servono a un solo scopo: sbarazzarsi ad ogni costo di Silvio Berlusconi.
Voi dite che la politica è questo? Benissimo. Ma almeno risparmiateci i paroloni. Non tirate in ballo la filosofia. Dite che dopo quindici anni l’anomalia va cancellata, sbranata, resa una parentesi. Questa è una caccia all’uomo. Ci sta, ma non inventatevi altri nomi.

Fini, Casini, Di Pietro, Vendola, Bersani, D’Alema, Veltroni, la Confindustria, i sindacati, forse perfino Bossi pensano che il Cavaliere è di troppo. Bene. Ma questa è una democrazia. Serve il voto. La via più breve tra due punti non è il bla bla bla. State zitti e ridateci la parola.

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