Berlusconi: numero verde contro i brogli elettorali

L’ex premier primo in un sondaggio Swg sul leader più adatto a salvare l’Italia dalla crisi economica. Ev promette: "Via subito i brogli elettorali

Berlusconi: numero verde 
contro i brogli elettorali

Roma - Durante l’intervista telefonica con il Tg4, il numero verde da chiamare per diventare «difensore della libertà» campeggia in video per alcuni secondi. In sottofondo, Silvio Berlusconi rivolge il suo «invito» a «tutti i cittadini capaci di mettersi a disposizione». Perché bisogna essere presenti nelle cabine elettorali «per evitare che il voto espresso dagli italiani venga cambiato dai professionisti dei brogli elettorali». Un concetto, questo, su cui il Cavaliere insiste ormai da qualche giorno, perché - dice - alle ultime elezioni «ci sono stati sottratti quasi un milione di voti» e «non vorremmo che ricapitasse».

Poi, proprio dal tg di Emilio Fede che ieri è stato multato di 100mila euro per «mancato rispetto dei richiami a un maggior equilibrio», il Cavaliere annuncia che la par condicio «sarà una delle prime leggi che abrogheremo quando saremo al governo». È una legge, spiega, «liberticida» che è stata «voluta dalla sinistra». «Dà ai grandi partiti come il nostro - aggiunge - lo stesso spazio che ha chi si presenta per la prima volta. È una legge che non esiste in nessun Paese occidentale, il contrario della democrazia. Dovevamo abolirla ma l’Udc di Casini si è opposta pensando soltanto ai propri interessi di piccolo partito».

Il Cavaliere parla a lungo anche della crisi economica, proprio nel giorno in cui un sondaggio della Swg (notoriamente non troppo clemente con il centrodestra) dice che il leader del Pdl è il candidato premier «più adatto» ad affrontare la crisi economica e lo spettro della recessione (40% delle preferenze contro il 39 di Walter Veltroni). «Sono molti - dice - i guai del Paese». E fra questi il «disastro della finanza Usa» e «la drammatica eredità» del governo Prodi che «si somma alla crisi internazionale, alla crescita zero dell’economia per colpa dei 40 miliardi di tasse imposte da Prodi, all’inflazione alle stelle e alla pressione fiscale da record». Eppoi, Prodi «ha chiuso tutti i cantieri delle infrastrutture e c’è anche l’alto costo della pubblica amministrazione, oltre che una forte evasione di 90 miliardi di euro». Inoltre, «abbiamo un’immagine dell’Italia distrutta dalla tragedia dei rifiuti di Napoli e della Campania che provocherà dei danni incalcolabili per le nostre esportazioni».

Berlusconi guarda anche al problema Alitalia. Il fatto che chiuderà i propri uffici, avrebbe detto Berlusconi ricevendo alcuni giovani «difensori del voto» a Palazzo Grazioli, è «uno smacco per l’immagine del Paese». Parole, queste, smentite però categoricamente da Paolo Boniauti. Passeggiando a sera per le vie del centro di Roma, infatti, il Cavaliere preferisce non sbilanciarsi sulla questione. «Non ho voluto fare dichiarazioni - spiega ai cronisti - e continuo a non farne. Ma abbiamo fatto sapere in via riservata quello che pensiamo a chi sta portando avanti la trattativa». Di certo, aggiunge, Alitalia e il nodo Malpensa sono «una delle mie preoccupazioni».

Poi, dopo aver detto che è possibile recuperare «fondi da investire nella diminuzione delle tasse» anche mettendo sul mercato «un poco ogni anno» il patrimonio di

immobili inutilizzati dello Stato, il leader del Pd torna ad affondare su Veltroni: «Gli italiani continuano a pensare che bisogna voltare pagina, non saranno così creduloni da cadere nei suoi tentativi da illusionista».

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