Berlusconi: "Ora ridurre le tasse No al dialogo con chi parla di regime"

Il premier a tutto campo: "Non c'è nessuna possibilità di dialogo, ho deciso di non farmi prendere più in giro. Se uno andasse a dialogare con chi porta il Paese in piazza bisognerebbe togliere la fiducia a lui". Poi guarda al futuro: "Dopo la crisi dobbiamo ridurre le tasse". E sulla pubblica amministrazione: "Stroncare la corruzione"

Berlusconi: "Ora ridurre le tasse 
No al dialogo con chi parla di regime"

Roma - La porta è chiusa. "Non c’è nessuna possibilità concreta di dialogo con l’opposizione. Non possiamo parlare con chi dice che stiamo portando il Paese a una dittatura, con chi per aiutarci a risolvere la crisi porta la gente in piazza contro il governo. Se uno andasse a dialogare, bisognerebbe togliere la fiducia a lui". Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi. "È inutile parlare di dialogo e nei fatti comportarsi in modo opposto. Io sono una persona concreta, che rispetta più gli altri, ma non mi faccio prendere in giro. Ho deciso di non farmi prendere più in giro".

Nessuna dittatura Governare con decreti legge "non significa dittatura: il decreto non esce se non ha un vaglio preventivo del presidente della Repubblica e viene poi esaminato dal parlamento che ha 60 giorni di tempo per approvarlo, correggerlo o bocciarlo. Dunque come si fa a dire che stiamo portando il Paese alla dittatura?" continua il premier.

Economia Quindi Berlusconi guarda al futuro: "Dopo questa crisi finanziaria dobbiamo puntare a sostenere l’economia reale e lo si può fare avendo il coraggio di ridurre la pressione fiscale". E a proposito di tasse torna sul tema dell'evasione: "Il 22% del pil italiano si calcola faccia parte del prodotto 'sotto il tavolo'. Se si pagassero le tasse su quel 22% di pil l’erario incasserebbe 100 miliardi in più ogni l’anno".

Pubblica amministrazione e corruzione "Gli italiani possono contare sul nostro impegno per allontanare la corruzione dalla pubblica amministrazione.

Questa non è una dichiarazione d’intenti, ma una decisione assunta non solo per risparmiare, ma per portare il nostro Paese a disporre di una Pa ammodernata, digitalizzata, trasparente"dice ancora il Cavaliere con il ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta presentando il servizio anticorruzione e trasparenza nella Pa.

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