Roma - Andare avanti senza esitazioni. La linea di Berlusconi - con la consapevolezza delle prove che sarà chiamato ad affrontare il governo quando nelle prossime settimane dovrà trasformare in provvedimenti legislativi i punti della lettera all’Ue e ben conscio di quanto siano agitate le acque nel Pdl - non cambia di una virgola. Anche dopo un sabato di relax in quel di Villa Certosa e una domenica passata ad Arcore per il compleanno del nipote Alessandro, primogenito di Barbara, il Cavaliere continua a ribadire nelle sue conversazioni private l’intenzione di arrivare fino al 2013. E di fare il possibile per realizzare gli impegni presi con Bruxelles.
Una partita difficile. Perché i numeri alla Camera sono quello che sono, perché l’opposizione - nonostante il premier si sia appellato anche loro - è intenzionata a fare le barricate mentre i sindacati (compresi Cisl e Uil) minacciano di riempire le piazze. E perché già prima di concentrarsi su come tradurre in legge i diversi punti della missiva vistata la scorsa settimana dalla Commissione europea c’è da vedere già da domani come reagiranno i mercati e in particolare quanto ballerà lo spread tra i Bund tedeschi e i nostri titoli di Stato. Eppoi giovedì e venerdì c’è il G20 di Cannes che rischia di essere un passaggio delicato visto che se l’Europa ha dimostrato di non fidarsi fino in fondo dell’Italia chiedendogli di prendere impegni stringenti, allo stesso modo - questo dicono molti esperti - i mercati non si fidano dell’Europa. E alla riunione del G20 potrebbero quindi seguire segnali poco incoraggianti.
Certo, un pizzico di ottimismo in più rispetto a qualche settimana fa c’è. Perché alla fine a Bruxelles non è andata poi così male e perché - per quanti siano gli ostacoli - l’esecutivo ha ora l’occasione di rilanciare la sua azione e mettere in pista le riforme. «Un’occasione che non dobbiamo perdere», ribadisce il premier nelle sue conversazioni private. Ottimismo confortato anche dagli ultimi sondaggi che farebbero registrare un leggero recupero del Pdl. Ieri, per esempio, una rilevazione di Renato Mannheimer per il Corriere dava il partito di Alfano al 26,4 e spiegava la «parziale crscita» con il «ripensamento di molti che nei mesi scorsi avevano abbandonato l’opzione per il Pdl per rifugiarsi tra gli indecisi».
Ed è per questo, dunque, che i vertici del partito rilanciano l’azione dell’esecutivo con forza. Per lanciare chiaro il messaggio che l’obiettivo dell’esecutivo non è solo quello di arrivare fino alla fine dell’anno e chiudere la finestra temporale per un eventuale governo tecnico ma riuscire a completare la legislatura. Ed è certamente questo l’obiettivo di Berlusconi che però sa bene quanto i prossimi mesi siano rischiosi e dunque non disdegna affatto di mettere intanto nel cassetto il traguardo di Natale e chiudere l’opzione dell’esecutivo ponte. Anche perché, è la convinzione del premier, a quel punto saranno gli stessi che oggi sono tentati dal ribaltone a non vedere più di buon grado uno show down. Che porterebbe alle elezioni anticipate con liste dove i cosiddetti frondisti farebbero molta fatica a trovare spazio.
Avanti, dunque. Perché, spiega il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri, è vero che «chi governa in questa fase di dura crisi economica è esposto al rischio di perdere consensi» ma «il Pdl sta dimostrando di saper affrontare prove impegnative».
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