Berlusconi: «Al Paese servono fatti, non manifestazioni»

Berlusconi: «Al Paese servono fatti, non manifestazioni»

nostro inviato

a Toyako (Giappone)

Nel breve incontro con i giornalisti durante una pausa dei lavori del vertice del G8 e tra un bilaterale e l’altro, Silvio Berlusconi dedica alle questioni di politica interna solo qualche battuta. Per dire, quando gli viene ricordato che di lì a poche ore è in programma la manifestazione dei girotondi a Roma, che ora «all’Italia servono fatti».
Una risposta prudente, dunque, in linea con l’atteggiamento seguito negli ultimi tempi sul problema giustizia, visto che il Lodo sembra destinato a essere approvato prima dell’estate e anche gli affondi di Walter Veltroni paiono più legati al timore di perdere posizioni rispetto alla piazza del No Cav day che a una reale intenzione di mettersi di traverso.
Ma nelle parole di Berlusconi c’è anche una decisa replica a chi nel centrodestra aveva ventilato la possibilità di rispondere ai girotondi - o alla manifestazione annunciata da Veltroni per l’autunno - con una massiccia discesa in piazza anche del centrodestra. All’ipotesi di una «contro-manifestazione», infatti, la risposta del Cavaliere è netta: «Non credo che una manifestazione possa salvare l'immagine dell’Italia». Messa in ginocchio, spiega, «dall’impatto che la tragedia dei rifiuti in Campania ha avuto all’estero».
Ma convinzione del premier è che sulla credibilità del nostro Paese abbiano influito non poco anche le ripetute inchieste giudiziarie che dal 1992 a oggi sono argomento di dibattito e inchieste non solo in Italia ma anche sui giornali e televisioni di tutto il mondo. «Siamo un Paese - dice - che ama autoflagellarsi».
D’altra parte, anche di questo si parlava nel profilo su Berlusconi e sull’Italia contenuto nella brochure distribuita ai giornalisti americani sull’Air Force One in arrivo a Toyako (per la quale la Casa Bianca si è pubblicamente scusata). La questione il premier la derubrica con un eloquente gesto della mano, come a dire che si è trattato di una svista. Ma quando parla di «Paese che ama autoflagellarsi e illustrarsi malamente» sembra quasi voler dire che la colpa è anche dell’immagine che l’Italia si è data fino ad oggi.
Un’escalation culminata nella questione rifiuti che «incide sul turismo», una «parte importante della nostra economia». Insomma, il suo pensiero non è certo alla piazza girotondina o a quella veltroniana. La «nostra prima preoccupazione», quello che «ci deve stare a cuore», non è «una manifestazione o peggio una contromanifestazione» ma «l’immagine del Paese».

E, è la convinzione di Berlusconi, in questo senso «sono i fatti che parlano». Insomma, «sarà con il progresso dell’economia e delle esportazioni che noi potremo illustrarci al mondo». E, nel caso, sarà «chi rappresenta l’Italia all’estero», un ruolo del quale «mi auguro di essere degno».

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica