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Berlusconi: "Il Pd sarà ostaggio della sinistra"

Alla vigilia delle vacanze a Porto Rotondo, il Cavaliere intervistato da Andreotti su "DiPiù" attacca: "Le primarie? Sfida di apparati. Non ho nulla contro i senatori a vita, il problema è la funzione che hanno assunto: senza di essi il governo Prodi sarebbe già caduto"

Berlusconi: "Il Pd sarà ostaggio della sinistra"

da Roma

Ci ha pensato a lungo, perché la tentazione della «fuga» da tutto e tutti, a partire dalla politica per finire ai paparazzi che già da giorni presidiano il buen retiro sardo di villa Certosa, è forte. Alla fine, però, pare proprio che Silvio Berlusconi tornerà a Porto Rotondo come negli anni scorsi, nonostante la lunghissima lista di deputati e senatori che si presenteranno per l’immancabile «salutino». Con il solito ritornello, che ormai da molti anni il Cavaliere è costretto a riascoltare ogni estate: «Sai, ero da queste parti...». Insomma, nonostante negli ultimi giorni abbia ragionato su diverse alternative (dalla sua villa alle Bermuda alle isole Figi), pare proprio che l’ex premier passerà le sue vacanze d’agosto in Sardegna in compagnia della famiglia. Tanto che pure gli uomini della sua scorta, dopo l’allerta dei giorni scorsi sulla possibilità di trasferte nell’altro emisfero, da ieri erano più rilassati. E a villa Certosa il Cavaliere potrebbe arrivare già stasera, visto che ieri pomeriggio quando ha lasciato Roma il suo aereo non si è alzato in direzione Olbia ma ha puntato su Milano solo perché aveva in agenda un appuntamento dal dentista. Poi, magari sul finire del mese prima della visita da Clemente Mastella a Telese, si ritaglierà qualche giorno per l’ambita «fuga».
Che intorno alle sue vacanze si sia calato quest’aria di mistero è cosa che a Berlusconi non pare affatto dispiacere. Non è un caso che da giorni vada raccontando a deputati e senatori versioni diverse sulle sue intenzioni agostane, tanto per divertirsi a vedere cosa scrivono l’indomani i giornali. D’altra parte, lo stesso fece lo scorso anno con la trasferta americana a Cleveland. Così, non è un caso che ieri il Cavaliere abbia lasciato Palazzo Grazioli senza dire una parola. Nonostante i giornalisti l’aspettassero davanti all’ingresso, infatti, il leader di Forza Italia si è limitato a un cenno di saluto con la mano senza però fermarsi.
Di politica, invece, tornerà a parlare oggi, in un’intervista pubblicata sul settimanale DiPiù firmata dal senatore a vita Giulio Andreotti. Un colloquio che si apre con una domanda proprio sui delicati equilibri di Palazzo Madama e si chiude sulla famiglia e i figli. Berlusconi spiega di non avere «nulla contro i senatori a vita» e sottolinea come «il problema è la funzione che hanno assunto». «Quando i costituenti istituirono questa figura - dice ad Andreotti - vollero assicurare alla Camera Alta un contributo di saggezza, di cultura e di esperienza di alcune figure particolarmente autorevoli. Non intesero mai farne uno strumento attraverso il quale ribaltare lo scenario delle maggioranze parlamentari. Oggi non sfugge a nessuno che se non fosse per i senatori a vita il governo Prodi sarebbe caduto da un pezzo». Poi si parla di primarie, del centrosinistra («solo una sfida tra apparati, chiunque dovesse guidare il Partito democratico e sostituire Prodi al governo si troverebbe esattamente nella posizione di Prodi: dovrebbe accettare gli ordini della sinistra estrema o andare a casa») e del centrodestra («la leadership la decidono i cittadini con i loro voti e non mi pare che ci siano molti dubbi»). Andreotti, nell’inusuale veste di intervistatore, prova a stuzzicare l’ex premier sui suoi rapporti con Gianfranco Fini e Pier Ferdinando Casini. Ma senza successo, se pure rispetto al leader dell’Udc Berlusconi, pur sottolineando di «non aver capito in che cosa si sostanzia la distinzione dell’Udc dalla Cdl», arriva a parlare di «rapporti assolutamente affettuosi» e «assoluta sintonia».
Si passa ad argomenti più personali: dall’età che avanza («non è una ragione di timore, significa imparare nuove cose della vita, forse anche diventare più saggi») alla famigia («negli affetti non mi sono mai risparmiato»). Con una digressione sulla lettera di Veronica a Repubblica: «Ho saputo capire le sue ragioni». Si parla anche dei figli. «Con ciascuno di loro - dice Berlusconi - ho un rapporto bellissimo fatto di stima, di amore, di complicità; sono orgoglioso di loro e sono felice che loro siano orgogliosi di me». Con l’ultimo pensiero che va a mamma Rosa.

«Che cosa mi rimprovera? Di non mettermi la maglia di lana».

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