Fabrizio de Feo
da Roma
Il primo «dovere morale» assunto nel 2001, limpegno a rendere le pensioni minime più dignitose, è stato rispettato già nel primo mandato. Ma ora Silvio Berlusconi è pronto a rilanciare la sua politica sociale a favore degli anziani costretti nel recinto dei redditi «di sopravvivenza». «Abbiamo lintenzione di portare le pensioni attualmente a 551 euro a 800 euro e investigheremo su altri pensionati che si trovano in situazioni di difficoltà, che non hanno la casa o non hanno lentrata del secondo coniuge», annuncia il presidente del Consiglio, ospite di Porta a Porta.
Quello sugli assegni previdenziali è il secondo squarcio aperto sul programma delle Politiche del 2006, dopo il primo «colpo» rappresentato dal piano case. Ma lo sguardo di Berlusconi oscilla, inevitabilmente, tra opportunità e pericoli, e in particolare sullallarme rappresentato dallinvadenza politica e culturale dellattuale opposizione. «In Italia grazie al grande lavoro di teorizzazione della strategia delle casematte di Gramsci la sinistra ora controlla la scuola, la magistratura, luniversità, i giornali, la televisione e il cinema. Vi chiedo: avete mai sentito parlare di toghe azzurre?». Come un fiume in piena, Berlusconi snocciola tutte le grandi opere messe in cantiere dal suo governo, le paragona alle pochissime progettate dagli esecutivi precedenti e lamenta che gli organi di informazione non diano spazio a questi temi. «Purtroppo - osserva - fino a qualche anno fa se non si era di sinistra non si poteva fare il giornalista e non si poteva fare neanche il comico». Per il premier sostenere che lui abbia beneficiato di leggi «ad personam» è «una grande infamia». «Io non ha mai avuto benefici o sostenuto nessuna legge di questo tipo» puntualizza. Ma questa non è la sola distorsione della realtà che il premier denuncia. «Linformazione italiana è un disastro. Devo accontentarmi della soddisfazione intima di me stesso perché dallaltra parte giungono solo falsità e cattiverie. Mi sono stancato di leggere sui giornali cose che non ho mai detto». Berlusconi prende spunto dal Consiglio europeo di Bruxelles per lanciare il suo affondo. Oggetto delle critiche i titoli di diversi quotidiani nazionali sul vertice europeo dedicato al bilancio comunitario: «Ho letto dei titoli che dicevano Grande successo della Merkel. Invece è stato Blair a rinunciare al contributo a favore della Gran Bretagna, stimolato da chi ritiene amico. LItalia ha ottenuto 1.900 milioni in più per quanto riguarda i fondi di coesione. Si è trattato di un grande successo che va in gran parte sulle spalle di Blair».
Il premier, come al solito, non risparmia battute, siparietti scherzosi e qualche punzecchiatura a Romano Prodi. «Questa situazione è scomoda», si lamenta Berlusconi. Il riferimento è alla sistemazione della sua poltrona rispetto agli schermi su cui compaiono di volta in volta gli ospiti. «Bisogna girarsi da tutti i lati, era meglio prima», incalza il premier. Vespa, allora, spiega al leader di Forza Italia che il suo «trono» è identico a quello ha ospitato Romano Prodi. «Non voglio intervenire sul fatto che Prodi non si meritasse il trono e io lo merito ampiamente, questo non conta - scherza il premier -. Ma non bisogna cambiare per cambiare, cambiamo solo le cose che non vanno». Al Professore, però, dedica anche una postilla più seria. «Il ritorno di Prodi sarebbe una minestra riscaldata: nei suoi due anni di governo ci ha gravato di una tassa come leurotassa e, essendo un governo debole, di un cambio sfavorevole sulleuro».
Cè spazio poi per un altro impegno pronunciato di fronte agli italiani. «Per le rapine - spiega - porteremo la pena da un minimo di 10 anni a un massimo di 20 e aumenteremo anche le pene per le aggressioni alle donne». Il premier ricorda come nel corso dei cinque anni di questo governo ci sia stata «una caduta verticale del numero dei reati». In ogni caso anche su questo fronte ci sarà un rilancio: se rieletto, il governo porterà il numero di poliziotti e carabinieri di quartiere da 3.701 a 10.000. Lultimo passaggio è dedicato allipotesi di organizzare a un faccia a faccia con Prodi. «Per me va assolutamente bene, anche più di un confronto tv, anche qui da lei, o in altri luoghi, in modo da permettere agli italiani di scegliere meglio».
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