Berlusconi punta Mastella: "Al Senato cerchiamo nuove alleanze per cacciare Prodi"

Il Cavaliere: "Contatti più fitti con l'Udeur". Napolitano fissa per mercoledì l'udienza con Fi, An e Lega. L'Udc non andrà. Vertice con Bossi e Fini: "Avanti per gradi, poi ragioneremo sugli scenari". L'ex premier rilancia il Mattarellum come legge elettorale e i prodiani gradiscono

Berlusconi punta Mastella: "Al Senato 
cerchiamo nuove alleanze per cacciare Prodi"

Roma - Berlusconi lo ripete come fosse un leitmotiv. «Noi - dice più d’una volta nell’ora e passa di riunione a Palazzo Grazioli con i coordinatori regionali di Forza Italia - siamo per le elezioni». Ma, spiega in Transatlantico uno dei presenti, «è probabile che abbia voluto insistere tanto anche perché sa bene che tutto quel che dice in queste occasioni fine viene raccontato a giornali e agenzie di stampa che ne fanno quasi un resoconto stenografico». Insomma, seppur ribadita a porte chiuse nel parlamentino di Palazzo Grazioli, sono in molti a sospettare che il Cavaliere stia ragionando anche su altre opzioni, da un governo di larghe intese a un esecutivo sempre di centrosinistra. Tutti, però, con l’obiettivo di portare il Paese alle urne «al più tardi nel 2008». Nei suoi colloqui riservati, come pure lunedì sera ad Arcore con Bossi, l’ex premier non nasconde infatti le sue perplessità sulle posizioni del Quirinale che in più d’una occasione ha fatto sapere di ritenere «necessaria» una nuova legge elettorale prima di tornare al voto. Ma senza trascurare le indicazioni del Senatùr, deciso a insistere sulla necessità di tornare subito alle urne perché «i nostri elettori non capirebbero soluzioni alternative». Ragionamento, tra l’altro, su cui il Cavaliere si trova d’accordo.

Così, pure nelle due ore e mezzo di faccia a faccia tra Berlusconi e Fini con tanto di collegamento telefonico con Gemonio, si è deciso di «andare avanti per gradi». Insomma, «prima di ragionare in concreto sugli scenari aspettiamo che Prodi cada davvero». Il primo passo, dunque, è quello di salire tutti e tre al Quirinale, richiesta messa nero su bianco ieri sera in uncomunicato congiunto. Una nota durissima se i leader di Forza Italia, An e Lega accusano il governo di «aver fatto precipitare l’Italia in un’insostenibile crisi che mina la credibilità delle istituzioni e vanifica ogni possibilità di confronto democratico in Parlamento». Una situazione chemercoledì alle 18 il centrodestra «esporrà al capo dello Stato nel pieno rispetto delle sue prerogative e della Costituzione». Unica eccezione Casini, verso cui l’ex premier manifesta un certo fastidio. «Poteva risparmiarsi - dice ai coordinatori - quella battuta infelice sulla propaganda. Comunque non lo mollerò, anche se capisco che qualcuno possa nutrire risentimento sull’Udc. D’altra parte, guardate a quella serpe in seno di Follini e pensate cosa abbia significato governare con lui come capo dell’Udc e vicepremier».

Il Cavaliere, però, ha ben chiaro che Napolitano non potrà fare altro che ascoltare, perché Prodi «cadrà solo quando gli mancheranno i numeri in Senato». Ed è lì, dice ai suoi durante la riunione a Palazzo Grazioli, che «dobbiamo cercare nuove alleanze ». Non è un caso che ultimamente si siano infittiti i contatti con Mastella («non ne può più», confidava Berlusconi nei giorni scorsi). Comenon deve essere un incidente di percorso che l’ex premier decida di non chiudere la porta a «un possibile ritorno del Mattarellum». Un’ipotesi, dice ai coordinatori, su cui «dobbiamo svolgere una riflessione». E che, fatto non incidentale, potrebbe trovare sponda non solo nei Ds ma anche nei prodiani (tant’è che incassa il plauso di un fedelissimo del premier come Monaco).

Nella riunione Berlusconi torna anche sul successo delle amministrative. E invita tutti a «lavorare per rafforzare Forza Italia» a partire dai prossimi congressi.

Annunciando di voler visitare «tutti i capoluoghi italiani» chiede poi ai vertici azzurri di «controllare» l’attività dei Circoli della libertà. Che, spiega, «ci possono dare il 2-3% in più ma non possono sostituire Forza Italia».

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