Berlusconi: "Una riforma controsenso, la vita si allunga"

Il Cavaliere: "C’è un continuo aumento della capacità di lavoro dovuto al maggior benessere". Maroni: "È un accordo pasticciato. Aumentano i costi e le incertezze per i lavoratori". Fini: "Bisogna vedere se la Senato la maggioranza reggerà"

Berlusconi: "Una riforma  
controsenso, la vita si allunga"

Roma - Un percorso rovinoso e per di più intrapreso senza accordo nella maggioranza. Il centrodestra boccia senza appello le scelte del governo in materia di previdenza ed esprime una forte preoccupazione per il futuro del paese.
«Penso che questa riforma sia un controsenso», osserva il leader della Casa delle libertà, Silvio Berlusconi. Per l’ex premier l’accordo raggiunto tra governo e sindacati non tiene conto del «continuo aumento della capacità di lavoro legato alla migliore qualità della vita, con l’eccezione ovviamente dei lavori usuranti».
Per Berlusconi, «visto l’allungamento della vita c’è da fare i conti con il rapporto tra il numero delle persone che lavorano e quelle che hanno la pensione».

Critico pure l’ex ministro del Lavoro, il leghista Roberto Maroni considerato il «papà» dello scalone, che sottolinea prima di tutto un dato politico. «Contrariamente a quanto scritto nel programma elettorale dell’Unione, l’accordo raggiunto sulle pensioni non abolisce lo scalone, lo attenua appena e, addirittura, per certi versi lo inasprisce», dice Maroni, che parla di un vero e proprio trucco da parte del governo Prodi. «Viene confermato l’innalzamento dell’età pensionabile portandola addirittura a 62 anni - chiarisce Maroni- con in più il trucco per cui nel 2008 la riduzione da 60 a 58 anni vale solo per i primi sei mesi». Secondo l’ex ministro «l’unica cosa certa è che si tratta di un accordo pasticciato: aumentano i costi e le incertezze per i lavoratori che vengono discriminati, sia sulla base della data di nascita e ora anche in relazione al lavoro svolto».
Due le puntualizzazioni del leader di An, Gianfranco Fini. Intanto, osserva «bisogna vedere se al Senato, la maggioranza reggerà», visto che la sinistra radicale ha già alzato le barricate. Questa riforma poi costerà oltre 10 miliardi di euro in 10 anni, prosegue l’ex ministro degli Esteri, e «non è ben chiaro come verranno reperite queste risorse». Il timore, fondato, di Fini è che come al solito «a pagare saranno i lavoratori e le imprese».

Oltre alle critiche al merito del provvedimento poi il centrodestra stigmatizza la levata di scudi della sinistra radicale che evidenzia tutte le crepe della maggioranza.
«Siamo di fronte ad un accordo sulle pensioni annunciato e già posto in discussione dalle forze politiche della sinistra radicale. Questa commedia deve finire. Non si può continuare a giocare così, irresponsabilmente, sulla pelle dell’Italia», denuncia Sandro Bondi, coordinatore nazionale di Forza Italia. «Se hanno raggiunto un accordo - prosegue il dirigente azzurro - lo dicano, se non l’hanno raggiunto, come risulta dalle dichiarazioni di Diliberto, di Giordano e di altri, è meglio non infliggere al Paese altre baruffe inconcludenti e alla lunga insopportabili per gli interessi dell’Italia e degli italiani».
E pure il capogruppo di Forza Italia al Senato, Renato Schifani, in attesa di sapere in base a quale relazione tecnica del Tesoro siano state trovate le necessarie coperture finanziarie parla di bluff. «Ci si vanta di un accordo in Consiglio dei ministri che viene immediatamente sconfessato dal segretario di Rifondazione, che lo giudica fortemente negativo. - dice Schifani -. L’intesa evidentemente non c’è e la maggioranza è lacerata».

Sottolinea come il provvedimento vada in controtendenza rispetto al resto dell’Europa, il capogruppo dell’Udc al Senato, Francesco D’Onofrio.

«Mentre dovunque in Europa si innalza l’età pensionabile, solo in Italia questa si riduce, con buona pace dei Don Abbondio del governo Prodi», dice D’Onofrio secondo il quale «Con questa pseudoriforma delle legge Maroni, il governo Prodi e la sua rissosa maggioranza possono forse continuare a galleggiare per qualche settimana ma non mostrano certo il respiro necessario a chi vuol governare per anni l’Italia».
Per i repubblicani Francesco Nucara e Giorgio La Malfa «è stato raggiunto un accordo indecente che espone l’Italia ad un giudizio internazionale negativo».

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