Berlusconi rilancia il suo impegno: «Alitalia italiana»

Scajola prevede «sacrifici» ma un futuro «positivo». Minacce di sciopero dai piloti Anpac. Passera (Intesa) incontra Tajani (Ue)

da Milano

«Non possiamo perdere la compagnia di bandiera. Bisogna andare nella direzione opposta». Silvio Berlusconi ha ribadito ieri il forte impegno politico preso durante la campagna elettorale e che ha portato alla ricerca di una soluzione italiana per la privatizzazione della compagnia pubblica. Berlusconi - che ha parlato presentando il nuovo presidente dell’Enit, Matteo Marzotto, pensa che le strategie per il rilancio del turismo non possano prescindere dall’esistenza di una compagnia nazionale. La convinzione di Berlusconi, come si ricorderà, ha portato prima alla rottura della trattativa con Air France, poi alla ricerca - affidata a Bruno Ermolli - di imprenditori disponibili a sostenere il risanamento dell’Alitalia, poi all’incarico di advisor a Intesa Sanpaolo, che ha ancora 30 giorni di tempo per individuare una soluzione a quella che è una crisi ormai decennale.
Proprio oggi l’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera, a Bruxelles per un incontro programmato da tempo con il commissario Ue al mercato interno, Charlie McCreevy, incontrerà anche il neo commissario ai Trasporti, Antonio Tajani. Ai commissari europei, specie a Tajani, Passera potrebbe illustrare l’andamento degli approfondimenti sullo stato di Alitalia e le linee di intervento che potrebbero essere necessarie. La compagnia e il governo hanno una partita aperta con l’Ue: il prestito governativo di 300 milioni da rimborsare entro il 31 dicembre, che ha permesso di prolungare la sopravvivenza, e che è oggetto di indagine sulla sua qualità di «aiuto di Stato». Con Tajani, responsabile ai Trasporti, uno specifico tema industriale potrebbe essere quello dell’integrazione delle attività tra Alitalia e Air One, che comporterà conseguenze rilevanti sul mercato italiano in termini di offerta, di concorrenza, di strutture aziendali e di prezzi.
Il piano di salvataggio «richiederà sacrifici a chi desidera investire e al Paese nel suo complesso», ha detto ieri il ministro per lo Sviluppo economico, Claudio Scajola. Il quale ha smentito indiscrezioni su una revisione della legge Marzano nel prossimo consiglio dei ministri, e ha spiegato che «se la compagnia avrà successo perché parte sana, potrà riassumere personale». Confermando che «ci saranno alcuni tagli», Scajola si è augurato che «la compagnia possa imboccare un percorso positivo. Ogni Paese importante ha una compagnia a capitale nazionale, noi siamo un Paese turistico e abbiamo bisogno di una compagnia che, con i flussi turistici crescenti, possa dirottarne parte significativa nel nostro Paese». L’obiettivo da raggiungere, secondo Scajola, è avere «una compagnia aerea forte che tuteli gli interessi dell’Italia».
La prospettiva di migliaia di esuberi (i numeri che circolano, lo annotiamo per cronaca, vanno dai 4 ai 10mila, secondo il grado di drammatizzazione che vogliono diffondere le «indiscrezioni»), preoccupa i piloti dell’Anpac, secondo i quali è «destabilizzante e lontana da una realistica possibilità di concretizzazione».

Per l’Anpac, un piano di questa portata è «assolutamente inaccettabile da parte delle diverse sigle sindacali di piloti, assistenti di volo e personale di terra», «incoerente con le indicazioni della presidenza del Consiglio e dell’intero governo», e chiede «smentite ufficiali». E minaccia «che nei prossimi giorni, nel pieno dell’estate, i 20.000 lavoratori di Alitalia bloccheranno non soltanto Alitalia, ma l’intero trasporto aereo italiano».

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