Due cartelle indirizzate al presidente afghano Hamid Karzai e firmate di pugno da Silvio Berlusconi. Oltre al ministro degli Esteri, Franco Frattini, che si dice «insoddisfatto» delle risposte afghane sul caso Emergency. Il presidente del Consiglio ha inviato ieri a Kabul una lettera personale per risolvere il caso di Marco Garatti, Matteo Dall'Aira e Matteo Pagani, i tre operatori umanitari italiani arrestati. La missiva ricorda che l'Italia è Paese amico e solidale con l'Afghanistan, dove siamo impegnati sia nella ricostruzione, che a livello militare. A fine estate saranno 4mila i soldati italiani schierati nella parte occidentale del Paese, grazie ai mille di rinforzo previsti. Il presidente del Consiglio da una parte ribadisce la piena indipendenza e sovranità dell'Afghanistan. Dall'altra chiede che ai tre connazionali, siano garantiti tutti i diritti previsti dalle norme internazionali e dalla legislazione locale. A cominciare dal diritto alla difesa.
Non a caso a Kabul l'ambasciata italiana ha messo in contatto Emergency con Mohammad Afzael Nuristani, presidente dell'Associazione degli avvocati afghani. «Il legale ha accettato di occuparsi del caso assieme ad altri due specialisti afghani» confermava ieri il ministro Frattini, durante l'audizione sul caso Emergency davanti alla Commissione Esteri di Camera e Senato.
La notizia più importante è che uno dei tre arrestati verrà ben presto liberato, perché le accuse nei suoi confronti sono lievi o inesistenti. Con tutta probabilità si tratterà di Pagani, il più giovane del gruppo, responsabile logistico, giunto per la prima volta all'ospedale di Lashkar Gah. Lo avrebbe confermato il direttore dell'Aise, l'intelligence esterna, Adriano Santini, ascoltato ieri dal Copasir, il comitato di controllo sui servizi. Garatti, il chirurgo di Emergency, era al corrente della mediazione per liberare Gabriele Torsello, il free lance italiano rapito nel 2006. Faccende rimaste sul gozzo dell'Nds, il servizio segreto di Kabul, che interroga gli italiani. D'Aira, l'infermiere capo di Emergency, si era molto esposto con i tragici racconti della guerra addossando quasi sempre la colpa alle truppe internazionali. Secondo fonti del Giornale i tre saranno trasferiti a Kabul, a giorni e Pagani verrà liberato, salvo contrordini dell'ultima ora.
Frattini, che pure ha inviato una lettera alla sua controparte afghana Zalmay Rassoul, chiede a Kabul «risposte urgenti e concrete». Il governo italiano «è insoddisfatto» delle risposte fornite fino ad oggi. «Vogliamo conoscere gli elementi di prova e che venga garantito il diritto pieno alla difesa», ha dichiarato Frattini. Le accuse agli operatori di Emergency sono di «detenzione consapevole di esplosivi e armi da guerra». Ovvero di aver saputo che nell'ospedale era nascosto un mini arsenale. Non solo: rimarrebbe in piedi l'accusa del complotto per uccidere Gulab Mangal, il governatore della provincia di Helmand.
Secondo il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, contattato da Il Giornale, «a lume di naso dovrebbe trattarsi al massimo di una mancata vigilanza. Non si sono accorti o hanno chiuso un occhio su quelli che facevano entrare e uscire scatoloni sospetti. Certo che l'atteggiamento di Emergency, di Strada e di parte della sinistra non ci aiuta a risolvere il problema».
Frattini ha comunque ribadito che «il governo continuerà ad adoperarsi affinché la presunzione d'innocenza venga garantita». Il titolare della Farnesina ha però messo dei paletti: «A coloro che hanno adombrato l'idea che si possa andare lì, come se fossimo i padroni dell'Afghanistan, rispondo che è un errore che non farò».
Oggi l'inviato speciale della Farnesina, Massimo Attilio Iannucci, incontrerà il presidente Karzai. L'Italia, come ha anticipato ieri Il Giornale, punta ad un'inchiesta congiunta. Rosario Aitala, il consigliere giuridico della Farnesina inviato a Kabul, dovrebbe far parte di un team italo-afghano, che seguirà le indagini. Magistrato di formazione avrà al suo fianco elementi dell'intelligence italiana, che collaboreranno nel team con i colleghi afghani dell'Nds per evitare sorprese. Non è escluso un coinvolgimento del Ros, l'unità dei carabinieri specializzata in indagini all'estero.
Per sbloccare la situazione Frattini ha parlato al telefono non solo con il ministro degli Esteri afghano Rassoul, ma pure con Rangin Dadfar Spanta, il Consigliere per la sicurezza nazionale di Karzai. Ex ministro degli Esteri, aveva partecipato al G8 di Trieste dello scorso anno dedicato ad Afghanistan e Pakistan.
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