Roma La parola complotto Berlusconi preferisce non usarla, ma il ragionamento che fa davanti a Napolitano prima che al Quirinale abbia inizio il Consiglio supremo di Difesa è inequivocabile. Il premier, infatti, mette uno dietro laltro tutti i passaggi della vicenda Noemi e punta il dito contro chi ha «orchestrato un assalto» che «non ha nulla di politico» ma «il solo obiettivo di colpirmi sul piano personale». Unaggressione, ragiona ricordando le motivazioni della sentenza Mills, «non solo mediatica ma anche giudiziaria».
Pur confortato dagli ultimi sondaggi che non fanno registrare «scosse» significative, Berlusconi è infatti convinto che lintento sia quello di screditarlo «lentamente», cercando di «confezionare tesi precostituite» per dar seguito alla vicenda di Casoria. Un «caso montato ad arte da Repubblica», ripete in privato nel pomeriggio, su cui «una sinistra scompaginata si sta pian piano ricompattando». E luscita scomposta di Franceschini sulle capacità educative di Berlusconi come padre sta lì a dimostrare che anche larea più moderata dellopposizione si è ormai fatta prendere la mano. Perché, chiosa Della Vedova, «un tale livore moralistico e perbenista punta solo a una demonizzazione morale del premier».
Un tam tam, questo, che anche se non sembra spostare affatto le intenzioni di voto degli italiani, dà comunque il la alla stampa estera per esibirsi in quello che pure uno prudente come Pisanu definisce «lo sport preferito dei giornali stranieri». Francesi, spagnoli e inglesi, infatti, sono sempre «ben contenti» di parlar male dellItalia. Mentre va ben oltre Ghedini, che dopo gli editoriali pubblicati ieri da El Pais e Financial Times non esita a parlare di «stretto legame tra alcuni giornali italiani e alcuni giornali stranieri che come nella legislatura 2001-2006 cercano di delegittimare Berlusconi».
Tutte preoccupazioni, queste, che il premier riporta a Napolitano. Perché se Ghedini sembra essere convinto che «lignobile campagna di stampa» finirà dopo le elezioni, il timore che ci possano essere strascichi resta. Daltra parte, spiega Pisanu, «cè il rischio che questi abbiano un pentolone dal quale attingere» per continuare a «rimestare nel torbido». Senza sapere, aggiunge il presidente dellAntimafia, che «le calunnie sono come le foglie» perché «spesso chi le fa cadere poi le raccoglie». Daltra parte, il fatto che i sondaggi non registrino spostamenti sembra confermare che né la vicenda Noemi né il caso Mills hanno presa sugli italiani, rischiando dunque di diventare per il centrosinistra un pericoloso boomerang.
Non è un caso che il Cavaliere abbia iniziato a guardare proprio al dopo elezioni, quando un Pdl al 40% o più potrà legittimare una sua reazione decisa. Una tenuta elettorale, infatti, per di più dopo un anno di governo in tempo di crisi, sarebbe la dimostrazione che «loffensiva mediatico-giudiziaria» è fallita. Per ora, dunque, Berlusconi è deciso ad occuparsi solo di quanto fatto dallesecutivo. «Basta chiacchiere sul gossip, concentriamoci sui risultati ottenuti», ripeteva ancora ieri pomeriggio a un suo collaboratore.
Dopo essersi confidato con Napolitano, il Cavaliere dedica la giornata a una lunga serie di incontri istituzionali. Prima un pranzo di due ore con il premier spagnolo Zapatero (in cui si parla della preparazione del G8 ma anche dei futuri assetti della Commissione Ue), poi una serie di faccia a faccia con lex premier israeliano Olmert, lex capo del governo ungherese Orban, il direttore del Fondo per la lotta allAids Kazatchkine e il segretario generale della Nato de Hoop Scheffer.
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