Politica

Berlusconi: «Sono io il candidato per il 2006»

Laura Cesaretti

da Roma

«Mi hanno detto: "Basta, non parliamone più. Sei il candidato per il 2006 e non parliamone più"». È lo stesso Silvio Berlusconi, al termine del summit di ieri a ora di pranzo con Gianfranco Fini, Pierferdinando Casini e Marco Follini, a dare l’annuncio.
Alla colazione di Montecitorio si è parlato della «leadership del centrodestra», e i capi di Alleanza nazionale e dell’Udc, racconta il premier, sono stati tranchant: «Sono stato invitato a mettere da parte questo argomento. Ricordate come lo avevo posto, dicendo che avrei fatto ciò che era più opportuno per la vittoria. L'opinione di Casini, Fini e Follini è stata tranchant a questo riguardo». L’incontro, aggiunge, è stato «molto buono». Anche se il progetto del premier di accelerare il processo verso il «partito unico» della Cdl ha subito un deciso colpo di freno, un rinvio a dopo le elezioni politiche del 2006. Resta all’orizzonte, certo, e Berlusconi assicura che c’è accordo sulla necessità di farlo nascere: sul soggetto unitario «siamo tutti concordi», ha detto. «Abbiamo parlato del partito unitario, e da parte di tutti c'era convergenza in questa direzione. Stiamo guardando ai tempi del percorso, perché la tecnicalità della legge elettorale comporta la necessità di andare alle elezioni con simboli di tutti i partiti affinché non si perda nemmeno un voto». Berlusconi ha ribadito l'intenzione di arrivare ad un’assemblea costituente «prima dell’estate, che dia il via a un Comitato costituente. Poi si tratta di lavorare in questa direzione e confluire tutti nel partito unico dopo il momento elettorale». Il partito unitario arriverà quindi dopo le prossime politiche, ma occorre «cominciare fin da ora a lavorare insieme presentandoci uniti in tutti e 475 collegi per l’elezione alla Camera e in tutti i collegi del Senato coordinando la campagna elettorale insieme e procedendo di comune accordo». Il presidente del Consiglio si è detto convinto che al congresso dei centristi e all’assemblea nazionale di An «si guarderà a questo percorso del partito unitario in modo positivo. Questa è l'assicurazione che ho avuto al tavolo cui ho partecipato oggi. Entrambi i partiti usciranno con chiarezza in modo tale che si possano insieme incamminare verso una costruttiva campagna elettorale». Follini e Fini saranno confermati alla guida dei loro partiti?, gli hanno chiesto i cronisti. «Penso assolutamente di sì», ha replicato il premier.
Che per il partito unico del centrodestra si profilasse un rinvio lo si era capito già da martedì, quando si era saputo dell’annullamento della riunione del premier con tutti i senatori e deputati della Cdl, che avrebbe dovuto tenersi ieri sera a Roma all’ex Cinema Capranica. Una sorta di assemblea degli Stati generali del centrodestra, che però non era risultata gradita a Fini e Follini, che si trovano alla vigilia di importanti scadenze interne con l’assemblea nazionale di An e il congresso dell’Udc. Berlusconi si è comunque mostrato assai ottimista sul futuro anche elettorale dell’attuale maggioranza, annunciando che centrodestra e Unione risulterebbero adesso «appaiati» nei sondaggi, per quanto riguarda la quota proporzionale, con un 47,9% dei consensi contro il 48% del centrosinistra. Sulla base di questi dati il premier ha espresso la certezza di poter vincere le prossime elezioni politiche «con un margine anche superiore rispetto a quello del 2001». «Prendendo i dati delle Regionali - ha spiegato Berlusconi - ci si accorge che gli incrementi della sinistra sono solo nelle regioni cosiddette rosse dove comunque vinceva tutti i collegi. Pertanto vincere i collegi con il 55% o con il 65% non fa nessuna differenza». Il premier ha poi ribadito che la Cdl ha «delle ottime, anzi delle sicure possibilità di vincere», e che lui «personalmente» non ha «alcun dubbio che prevarremo con un margine ancora più ampio rispetto al passato».
Resta però la necessità di modificare l’attuale legge elettorale. «Abbiamo parlato di questo argomento anche al pranzo di oggi - dice il premier- e certi punti sono stati chiariti». Non però quello principale, ossia l’abrogazione dello scorporo sulla quale resta la contrarietà dell’Udc: «Dobbiamo fare un ulteriore approfondimento nei prossimi giorni. Io sono nettamente per l’abolizione dello scorporo, per dare maggiore trasparenza al sistema elettorale. Per il resto, tutte le modifiche che avevamo proposto sono state ritenute positive». Il Cavaliere ribadisce che «una riforma della legge elettorale è necessaria perché dobbiamo tener conto dei seggi degli italiani all’estero.

Mi auguro - ha concluso - che le modifiche siano accettate da tutti, perché si tratta di un miglioramento dell’attuale legge».

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