Berlusconi sta con Israele «Niente nucleare per i mullah»

OBIETTIVI Avanti col piano di pace in Medio Oriente; necessaria una Palestina smilitarizzata

Berlusconi sta con Israele «Niente nucleare per i mullah»

RomaPieno sostegno al processo di pace in Medio Oriente da parte dell’Italia, che offre non a caso la sua Erice per ospitare i negoziati. È il punto fermo che Silvio Berlusconi rilancia nel faccia a faccia con il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, giunto ieri nella Capitale per la tappa iniziale del suo tour europeo. Un obiettivo primario, da raggiungere attraverso la «smilitarizzazione» dello Stato palestinese e il riconoscimento di quello ebraico, non senza però «segnali significativi sul blocco degli insediamenti». In ogni caso, comune è la preoccupazione per quanto sta avvenendo in Iran. E non solo per la minaccia nucleare.
Conclusa la colazione di lavoro, durata quasi un paio d’ore, il premier esprime dunque a chiare lettere la linea del governo: «Abbiamo confermato il nostro sostegno al rilancio del dialogo israelo-palestinese, per promuovere la pace». In quest’ambito, sottolinea dinanzi ai giornalisti, «ho espresso apprezzamento per le prospettive circa la smilitarizzazione dello Stato palestinese, assolutamente doverosa, e anche per il fatto che lo Stato ebraico d’Israele debba essere riconosciuto». Ma «ci siamo permessi - continua - anche di attirare l’attenzione del primo ministro sulla necessità di dare segnali significativi sul blocco degli insediamenti, che altrimenti rappresenterebbero un ostacolo per la pace».
Dal canto suo, Netanyahu elogia la ferma posizione tenuta negli anni da Berlusconi, «grande paladino di pace, sicurezza e libertà». «Ti voglio ringraziare per la tua leadership e la tua amicizia - rimarca il leader israeliano - per avere sempre affermato la verità anche in momenti di venti contrari». Affermazioni che trovano riscontro nella scelta di fissare un incontro bilaterale ogni anno. Il primo si terrà in Israele, dove, riferisce il Cavaliere, «avrò l’onore di parlare alla Knesset». E «sarò molto lieto di visitare un amico in un Paese amico, che resterà tale per molti anni». Nell’attesa, per Netanyahu «è arrivato il momento di mettere in pratica il piano, che approvo al cento per cento, a cui Berlusconi lavora da un decennio». Ovvero, una sorta di nuovo Piano Marshall, incentrato anche sul turismo, che possa far decollare l’economia locale. E che potrebbe portare, come punto di partenza, «all’arrivo di un milione di turisti». Di conseguenza, posti di lavoro, «notevoli miglioramenti nelle condizioni di vita» e la «diminuzione degli estremisti». Insomma, «una grandissima speranza per il futuro, un beneficio economico per Cisgiordania, Israele e Palestina».
Altro tema caldo, che s’inserisce di diritto nel dossier principale, è la questione iraniana. «Ho manifestato molta preoccupazione sulla situazione - spiega l’inquilino di Palazzo Chigi -. E per quanto mi riguarda, ho ribadito la ferma condanna alle dichiarazioni negazioniste pronunciate dal leader iraniano verso Israele». Ma non solo. L’Italia, aggiunge il premier, ribadisce la sua «assoluta contrarietà» in merito alla «possibilità» che Teheran si possa dotare «di un armamento nucleare». Inoltre, ricorda il Cavaliere, «i nostri rapporti diplomatici con l’Iran sono sempre stati condivisi con l’amministrazione americana e Israele».

E quelli economici continueranno «soltanto se fossero considerati positivi, sul piano internazionale» e «con la partecipazione esplicita» degli Stati Uniti. Per Netanyahu, intanto, «il coraggio mostrato dal popolo iraniano» - dinanzi alla repressione di un governo che «opprime il proprio popolo» - «merita l’acclamazione da parte degli uomini e delle donne libere».

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